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Zes Marche-Umbria, così il Centro Italia diventa Mezzogiorno: ecco cosa cambia

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Umbria e Marche entrano a far parte della Zes unica per il Mezzogiorno. Il Consiglio dei ministri, su proposta della presidente Giorgia Meloni e del ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr Tommaso Foti, ha approvato, con procedura d’urgenza, un disegno di legge che introduce disposizioni per il rilancio dell’economia delle due regioni.

Cosa cambia

Anche Umbria e Marche potranno così accedere alle agevolazioni previste dalla normativa vigente per l’Abruzzo, regione in transizione già inclusa nella Zes Unica. Si prevede l’aggiornamento entro 60 giorni del Piano strategico della Zes Unica, che ha durata triennale e definisce la politica di sviluppo, individuando, anche in modo differenziato per le regioni che ne fanno parte, i settori da promuovere e quelli da rafforzare, gli investimenti e gli interventi prioritari.

Le agevolazioni per le imprese

Gli investimenti relativi all’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature e l’acquisto o l’ampliamento dei beni immobili strumentali realizzati nelle Marche o in Umbria nel periodo dal 10 gennaio al 15 novembre 2025 fruiscono, qualora conformi alla normativa dell’Unione Europea in materia di aiuti di Stato, dell’agevolazioni fiscale del credito d’imposta e si prevede una semplificazione procedurale per l’accesso a tale agevolazione. Ai progetti, anche in corso, inerenti alle attività economiche o all’insediamento di attività industriali, produttive e logistiche da realizzare nelle regioni Marche e Umbria, non soggetti a Scia o per i quali non è previsto il rilascio di un titolo abilitativo, verrà applicata la disciplina
relativa al procedimento unico e all’autorizzazione unica per gli
investimenti nella Zes.

Confindustria Marche: «Strumento per attrarre investimenti»

Confindustria Marche ha espresso soddisfazione per la decisione del governo. «Come regione in transizione, questo provvedimento rappresenterà uno strumento in più per stimolare ed attrarre investimenti e per consentire quindi al sistema produttivo di essere più competitivo e di correre più velocemente per agganciare le regioni più virtuose», ha evidenziato l’associazione degli industriali. «Altrettanto significativi il riconoscimento del valore industriale della nostra regione e l’attenzione alle necessità infrastrutturali, indispensabili per lo sviluppo», conclude l’organizzazione confindustriale.

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5 agosto 2025

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