
La luce delle Olimpiadi invernali del 1956 non si è mai spenta del tutto sulle Dolomiti. A riaccenderla, con commozione, è Tenley Albright, la pattinatrice statunitense che a soli vent’anni conquistò l’oro sul ghiaccio di Cortina, diventando la prima donna americana a vincere il titolo olimpico nel pattinaggio artistico. Il suo volto, il suo sorriso e le sue parole aprono la serie «Words of Olympians», raffinati videoritratti in cui protagonisti dello sport raccontano la loro storia e il significato più profondo della sfida olimpica e che verranno proiettati prima di ogni incontro della XXXII edizione di «Una Montagna di Libri». Un progetto in collaborazione con l’Olympic Museum di Losanna.
«Volevo soltanto volare». E in un certo senso non ha mai smesso. Tenley Albright aveva vent’anni quando incantò il pubblico delle Olimpiadi invernali del 1956, volando sul ghiaccio di Cortina con grazia e determinazione. Prima donna statunitense a vincere l’oro olimpico nel pattinaggio artistico, diventò un simbolo della bellezza che nasce dalla tenacia. Oggi, alla soglia dei novant’anni, la sua voce torna limpida e luminosa nel primo video della serie Words of Olympians, proiettata in apertura del festival Una Montagna di Libri. L’emozione in sala è stata palpabile.
La sua è una storia americana nella forma più nobile: la lotta contro la poliomielite da bambina, la vittoria nello sport che più richiede agilità e controllo, la laurea in medicina a Harvard, la vita in un quartiere borghese del New England dove chiedeva al padre di ghiacciare il cortile per potersi allenare con i pattini. In un inglese nordico e sagace, Tenley ricorda i tempi della malattia, la paura del contagio, ma anche la fiducia nella scienza: «I vaccini hanno praticamente eradicato la polio», dice, tracciando un parallelo con l’Hiv e con il nostro presente.
Nel 2006, tornata allo stadio del ghiaccio di Cortina, ha rivisto l’ombra della sua finale. «Erano le due del pomeriggio, proprio come allora. Ho capito che l’ombra che attraversava il ghiaccio era la stessa. E ho pensato: no, non me lo sto immaginando». È quella stessa linea d’ombra che ora attraversa questo video breve e delicatissimo, prodotto dal Museo Olimpico di Losanna e ora accolto da Cortina come un preludio poetico verso le Olimpiadi del 2026.
Un racconto che riannoda il tempo. Perché certi voli non atterrano mai davvero.
13 luglio 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
13 luglio 2025
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