In almeno 36 aeroporti europei in teoria ci si può imbarcare con contenitori di liquidi e gel superiori ai 100 millilitri e fino a due litri: tanti sono gli scali che hanno installato gli scanner di ultima generazione — Hi-Scan 6040 CTiX realizzati dalla società Smiths Detection — che hanno di recente ottenuto il via libera da parte della Conferenza europea per l’aviazione civile Ecac). Ma mentre gli italiani sono stati i primi a partire, gli impianti di altri Paesi non hanno ancora adottato il parere positivo, creando non poca confusione tra i viaggiatori. È quanto emerge dall’analisi che il Corriere ha effettuato sugli impianti del Vecchio Continente incrociando i dati forniti da Aci Europe e dalle società di gestione.
Oltre 700 apparecchi abilitati
Per la prima volta è possibile così offrire una mappa di dove i controlli del bagaglio a mano potenzialmente hanno già oggi soglie di tolleranza dei liquidi più elevati. Nella documentazione depositata presso gli organismi della Commissione europea si legge che «i “lag” (liquidi, aerosol e gel) possono essere sottoposti a controllo di sicurezza, purché il volume massimo dei singoli contenitori non superi i 2 mila millilitri», cioè i due litri. Secondo la portavoce Ue Anna-Kaisa Itkonen il via libera si applica a 700 apparecchi.
Dove è possibile in Italia
Le nuove regole, è bene precisarlo, si applicano soltanto in partenza e per ora solo nelle strutture che hanno installato gli Hi-Scan 6040 CTiX di Smiths Detection. In Italia vale sugli scali di Milano Malpensa e Linate, Roma Fiumicino (ma non per i voli verso Usa e Israele), Bologna e Torino. Ci sono altri impianti — come Genova, Venezia, Verona — che sono dotati di scanner di ultima generazione, ma di società non ancora autorizzate da Ecac e per questo bisognerà aspettare anche alcune settimane. Fonti spiegano al Corriere che l’ok potrebbe arrivare a novembre-dicembre 2025.
Come funziona
Cosa significa in pratica? Che si può partire da Milano Malpensa con un contenitore di liquidi fino ai due litri, e si può arrivare in un aeroporto, ad esempio Catania, senza problemi. Ma in direzione opposta è diverso: lo scalo etneo è sì dotato di scanner di ultima generazione, ma di un produttore non ancora autorizzato e per questo chi parte da lì dovrà seguire le vecchie regole (liquidi non oltre i 100 millilitri). Non importa, insomma, lo status della destinazione.
Nel resto del continente
Se in Italia gli aeroporti già operativi su questo fronte sono quindi cinque, i passeggeri italiani possono trovare gli scanner autorizzati anche in altri Paesi europei. Che, però, al momento sembrano prendere tempo. L’Olanda per esempio ha deciso di mantenere in vigore le vecchie regole, così ad Amsterdam il limite resta di 100 ml. Lo stesso si vede anche a Francoforte e Monaco di Baviera, altri due importanti hub. Non è al momento chiaro quando altri Paesi adotteranno il via libera Ecac.
Le eccezioni
Anche i terminal di Londra (Heathrow, Gatwick, Southend) o quelli irlandesi di Dublino e Shannon hanno la stessa strumentazione, ma al momento resta il limite dei 100 ml, cosa non valida a Birmingham ed Edimburgo dove si possono portare fino a 2 litri. Ulteriore avvertenza per chi viaggia: bisogna comunque controllare perché — spiegano le fonti aeroportuali — alcune linee, pur negli scali dotati di scanner moderni, vedono macchinari di vecchia generazione in alcune parti oppure hanno strumentazione tutta nuova, ma anche di società non ancora autorizzate da Ecac: è il caso, per esempio, di Francoforte.

«Decisione tardiva»
Aci Europe, l’associazione che riunisce gli aeroporti del Vecchio Continente, accoglie con favore «la tanto attesa — e ormai tardiva — decisione Ue di revocare il limite dei 100 ml per il trasporto di liquidi, aerosol e gel nei bagagli a mano su tutti i voli in partenza dagli aeroporti europei dotati di apparecchiature avanzate per i controlli di sicurezza sviluppate da Smiths Detection». Ma allo stesso tempo «solleva forti preoccupazioni e denuncia carenze strutturali nel sistema attuale di test e certificazione dell’Ue» e chiede un «completo ripensamento del sistema e dei processi associati».
«Rivedere il sistema di certificazione»
«In questo mondo profondamente cambiato, il nostro sistema di test e certificazione per le apparecchiature di sicurezza aeronautica, vecchio di decenni, non è più adeguato», commenta Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe. «Non possiamo più fare affidamento su un sistema basato essenzialmente sulla buona volontà tra Stati membri, senza neppure garanzie su metodologie di test uniformi e con tempi di convalida interminabili». Per questo chiede «la creazione di un sistema pienamente integrato di test e certificazione a livello Ue per le apparecchiature di sicurezza aeronautica, in stretta collaborazione con Regno Unito e Usa».
lberberi@corriere.it
1 agosto 2025
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