
Venezia capitale come Roma? «La vedo difficile da ottenere». Meglio allora lo statuto speciale. «Per la grande Venezia però, quella metropolitana che va oltre i 44 comuni dell’ex provincia. Penso a Padova e Treviso, e magari anche Pordenone, a servizio dello sviluppo dell’Italia». Luigi Brugnaro ha aspettato qualche giorno per intervenire, dopo la proposta lanciata dal governatore del Veneto Luca Zaia di agganciare Venezia alla legge su Roma Capitale. Anche perché i fondi della Legge speciale da queste parti si vedono con il contagocce, anche i 23 milioni da poco trovati, sono ben al di sotto dei 150 che lo stesso Brugnaro e il consiglio comunale chiedono (con tanto di votazione trasversale) al governo. «E tutti sudati», sottolinea.
Sindaco da dove bisogna partire?
«Dal rifinanziamento della Legge speciale. Uno strumento c’è già e va sfruttato. E’ un dovere dello Stato, è una legge che serve per la manutenzione di una città unica, ma non solo, considerando che i fondi vengono divisi con i Comuni di gronda».
Ma i soldi che arrivano da Roma, anche dal governo amico, sono considerati, trasversalmente, briciole.
«Non c’entra il colore politico, da anni i soldi che arrivano sono pochi, ma non regalati perché ci vengono dati dopo una fatica immensa, frutto di rapporti e relazioni personali. E per questo ringrazierò sempre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Gli ultimi 23 milioni sono stati trovati nelle pieghe del bilancio. Eppure c’è ancora chi, veneziano, ci contrasta perché anti-Brugnaro. Ma Brugnaro cosa c’entra, è la città che deve vivere».
Come valuta la proposta del governatore Zaia di agganciare Venezia al decreto di Roma Capitale?
«Penso sia un’occasione per affrontare il problema delle risorse ma anche l’occasione per disegnare un futuro diverso, più grande, che vada oltre Venezia, perché dobbiamo unirci, allearci e fare squadra. Penso ai comuni limitrofi, alla grande città metropolitana che comprende Padova e Treviso, un bacino di due milioni di persone».
E cosa bisognerebbe fare?
«Ci dovrebbe essere uno statuto speciale con l’automia legata ad alcune questioni come la sicurezza e il decoro; l’ambiente e la tutela dell’acqua e non penso solo alla laguna ma anche ai fiumi così come alla messa in sicurezza del territorio; e all’industria, con Porto Marghera ma non solo. Le faccio due esempi per essere più chiaro: Padova sta costruendo il nuovo grande ospedale, quello non sarà l’ospedale di Padova ma di tutti e dobbiamo andarne orgogliosi; la metropolitana di superficie è l’altro, avevamo le stazioni bloccate, pian piano abbiamo sbloccato i lavori, non è vero che è un’opera vecchia, è un progetto ancora attuale per collegare i vari paesi del Veneto. Poi c’è la Venezia-Monaco».
Un’opera ormai accantonata da tempo.
Purtroppo. Va fatta e non solo per i veneziani ma per tutta l’Italia. Ora ci sono macchinari nuovi che possono affrontare e mitigare i problemi ambientali. Se il Brennero chiude si blocca tutta l’Italia, questa può essere l’alternativa. Va benissimo il ponte sullo stretto di Messina, ma non ci deve essere solo quello. La Romea è un’altra opera indispensabile. E’ uno sviluppo a servizio del Paese, la Venezia metropolitana deve alzare la testa, far correre l’Italia e rendere l’Europa più forte, le forze liberali e riformiste devono stare insieme».
Questa sua idea come si traduce ora?
«Incontrerò il mio partito Coraggio Italia, la maggioranza in Comune. Incontreremo i capigruppo di Camera e Senato, coinvolgeremo i cittadini, le categorie e le imprenditori di tutte le città per trovare le idee migliori e far capire l’importanza dell’area metropolitana a tutti i territori. E poi penso anche a una grande kermesse. Ma non ci sarà il partito del no, chi cerca spazio nei giornali, dobbiamo allargare la visione, abituarci a vincere, essere ottimisti, positivi e cazzuti».
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7 agosto 2025 ( modifica il 7 agosto 2025 | 17:40)
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