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Valbruna, scontro politico sul bando per la concessione. Il Pd: «La gara rischia di andare deserta». La maggioranza: «Cifre più che congrue»

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Sito strategico da una parte, con possibilità di applicare il Golden power, bando provinciale dall’altra. Il nodo delle Acciaierie Valbruna si giocherà su questi elementi. Dal tavolo di oggi pomeriggio, martedì 4 novembre, al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ai banchi del consiglio provinciale. La politica si esprimerà con tutta probabilità domani, dopo gli esiti del vertice romano. Il 16 settembre il ministro Adolfo Urso aveva accennato alla possibilità dell’intervento del governo sul sito, la cui strategicità è stata poi confermata venerdì. È una garanzia per la permanenza dell’attività metallurgica, ma andrà valutata dopo la gara pubblica. Saranno i criteri e i tempi (domande entro il 15 gennaio 2026) a determinarne l’esito. La natura siderurgica dello stabilimento rimarrà, ma non è certo a chi questo sarà affidato. L’azienda vicentina non ha sciolto pubblicamente le riserve, se parteciperà o meno, né con i lavoratori della sede bolzanina né con i sindacati di categoria. Entro il 14 novembre chi vuole prendere parte alla procedura dovrà dare la propria adesione ed effettuare il sopralluogo all’interno dello stabilimento. Golden power o meno, le stime della concessione restano le stesse: 150 milioni per 50 anni, ovvero (almeno) tre milioni all’anno per la concessione dei terreni. Non sarà una gara al rialzo ma a punti, a seconda dei requisiti che verranno soddisfatti. Ma il nodo più difficile da sciogliere resta quello delle cifre, sul quale si concentra ora anche la battaglia politica.

Il Pd: «Bando da ritirare»

In Consiglio provinciale, con tutta probabilità mercoledì, sarà discussa la mozione presentata dal Partito Democratico, che chiede di ritirare l’attuale bando di gara. «Con queste stime il bando rischia di andare deserto — afferma il consigliere dem Sandro Repetto —. Va completamente riscritto, in modo tale da rivedere parametri economici e canoni di concessione che penalizzano un’impresa radicata sul territorio. Non è vero che non si possa procedere diversamente, anche in armonia con il diritto europeo. Andrebbe presa in considerazione la vendita dei terreni all’azienda, che avverrebbe comunque attraverso una gara, nel rispetto delle normative». In attesa delle parole del ministro — posto che comunque il Mimit aspetterà l’esito del bando — Palazzo Widmann spiega e difende le scelte fatte, esternando alcune previsioni. L’assessore all’Industria Marco Galateo (FdI) è possibilista. Ribadisce l’importanza di tutelare il sito produttivo e i lav0ratori, ma non esclude si possa lasciare la gara pubblica così com’è, rivedere alcuni elementi o ritirare il bando: «Sarà una scelta politica. Riporterò alla Giunta quanto emergerà dal tavolo con il ministro».

Forza Italia: «Le cifre sono più che congrue»

L’assessore al Patrimonio Christian Bianchi (FI) entra nel merito delle cifre, ricordando alcuni aspetti tecnici: «Negli anni della concessione trentennale le acciaierie versavano di canone circa 1,7 milioni. Una cifra che con i costi accessori si avvicinava ai 3 previsti dalla nuova concessione. Considerato l’aumento del prezzo dei terreni in questa provincia negli ultimi tre decenni, e l’importante distinzione tra la “concessione di utilizzo” di prima e il “diritto di superficie” di adesso (che darebbe per cinquant’anni maggiori opzioni a chi vincerà la gara, ndr), le cifre del bando sono più che congrue e non rispecchiano un particolare innalzamento dei costi». E sulla vendita dei terreni: «Anche per questa operazione servirebbe una gara, ma a un prezzo ben più alto». Poi chiarisce: «A tutt’oggi non penso che il bando sarà rivisto. Ricordo inoltre che il Golden Power tutela dagli interventi stranieri un sito strategico per l’interesse nazionale. Dipenderà quindi tutto dall’esito della gara pubblica».

Sostegno alla mozione

Alla richiesta dem di ritirare il bando si allinea intanto il Team K. «Va guardata tanto la corretta valorizzazione del patrimonio provinciale, quanto le esternalità negative prodotte da un’acciaieria, dal punto di vista ambientale e da quello sanitario — sottolinea Paul Köllensperger — Sono tutti aspetti dei quali tenere conto nella valutazione dell’interesse pubblico prevalente. La procedura di gara attuale non ha sufficientemente bilanciato tutti questi fattori. Chiediamo perciò un percorso più approfondito e partecipato». E, per ragioni analoghe, anche i Verdi sarebbero orientati a sostenere la mozione.

4 novembre 2025 ( modifica il 4 novembre 2025 | 11:27)

4 novembre 2025 ( modifica il 4 novembre 2025 | 11:27)

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