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Usa, le mappe della Casa Bianca e altri documenti per sbaglio sul web da oltre 3 anni

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Alla Casa Bianca emerge l’ennesima falla nella sicurezza digitale federale: per errore, documenti sensibili sono stati condivisi con oltre 11 mila dipendenti governativi. Planimetrie della Casa Bianca, dati bancari legati all’amministrazione Trump e persino progetti di sicurezza del Visitor Center sono rimasti per anni accessibili all’intero staff della General Services Administration (Gsa). L’incidente, che coinvolge sia l’amministrazione Biden che quella di Trump, rivela una gestione approssimativa delle informazioni riservate e rilancia l’allarme sulla fragilità dei protocolli digitali all’interno dello Stato federale.

Secondo un’inchiesta del Washington Post, alcuni dipendenti della Gsa — l’agenzia che fornisce supporto amministrativo e tecnologico a gran parte della burocrazia federale e gestisce il patrimonio immobiliare del governo — hanno inavvertitamente caricato su Google Drive una cartella contenente 15 file sensibili, accessibili in modalità di modifica a oltre 11.200 colleghi. Nove documenti erano etichettati come «Controlled unclassified information» (CUI), una categoria che, pur non essendo classificata, richiede misure specifiche di protezione. 

Tra i contenuti figuravano planimetrie dell’East e della West Wing, l’ala Est e quella Ovest della Casa Bianca, un progetto di «blast door» per il Visitor Center della Casa Bianca, riferito alla progettazione di porte blindate anti-deflagrazione da installare nel Centro visitatori, che si trova a pochi metri dall’edificio principale, oltre a coordinate bancarie di un fornitore legato a eventi dell’era Trump.

La condivisione inappropriata è avvenuta già nel marzo 2021, quando un dipendente ha reso modificabile da tutto il personale Gsa un’indagine ambientale relativa all’ala Est della Casa Bianca, che include anche gli uffici della First Lady. In dicembre, lo stesso dipendente ha replicato l’errore con un report sull’ala Ovest, contenente dettagli sulla Situation Room e sull’Ufficio Ovale. 

Nessuno si è accorto del problema per oltre tre anni. Poi lo scorso martedì, durante un audit interno, l’Office of Inspector General ha rilevato l’anomalia. Giovedì il team informatico ha revocato l’accesso, ma i tentativi di contattare il proprietario dei file non hanno ricevuto risposta. Alcuni documenti erano ancora aperti e modificabili fino alla scorsa settimana, già sotto la nuova amministrazione Trump.

Le conseguenze non sono ancora chiare, ma gli esperti parlano di una falla grave. Secondo Michael Williams, docente alla Syracuse University, «documenti del genere non dovrebbero mai essere accessibili a 11.200 persone», ha dichiarato al Post. E anche se non formalmente classificati, contenuti come accessi nascosti o protocolli interni «dovrebbero essere tenuti riservati per ovvie ragioni di sicurezza».

Il caso si inserisce in una serie di episodi recenti. Il mese scorso una chat governativa della squadra Trump aveva incluso per errore il direttore dell’Atlantic, riguardo la discussione di un’azione militare in Yemen, mentre il consigliere per la sicurezza nazionale utilizzava account Gmail personali. In passato Biden è stato criticato per aver conservato documenti riservati nella sua abitazione privata, seppure senza conseguenze penali.

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22 aprile 2025

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