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Unicredit, dubbi dell’Ue sull’intervento del golden power: potrebbe violare le regole

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La commissione Ue solleva dubbi sul golden power applicato dal governo italiano. È arrivata l’attesa missiva da Bruxelles indirizzata a Roma. Ora bisognerà capire l’effetto delle valutazioni della Commissione, dopo la sentenza del Tar di sabato. «Dopo aver valutato attentamente la risposta dell’Italia, la Commissione conclude in via preliminare che il decreto potrebbe violare l’articolo 21 del Regolamento sulle concentrazioni UE. La sicurezza pubblica – argomenta Bruxelles – costituisce, tra gli altri, un interesse legittimo ed è esplicitamente menzionata nell’articolo 21, paragrafo 4, del Regolamento sulle concentrazioni UE. Ma la Commissione ritiene in via preliminare che la giustificazione delle condizioni sia attualmente carente di motivazione e che la Commissione avrebbe probabilmente dovuto riesaminare il decreto prima dell’attuazione». 

La lettera rientra nel dialogo Pilot tra Bruxelles e Roma. Si tratta di un’analisi preliminare perché il governo italiano non ha mai notificato il decreto e non ha avviato quindi la procedura.

«Le misure devono essere appropriate»

Il punto di partenza del ragionamento della Commissione è che «Gli Stati membri possono adottare misure appropriate per tutelare interessi legittimi, a condizione che siano compatibili con i principi generali e le altre disposizioni del diritto dell’UE e che siano appropriate, proporzionate e non discriminatorie. Tale obbligo è soggetto al vaglio della Commissione, in particolare per salvaguardare la propria competenza ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni UE ed evitare la frammentazione del Mercato unico». 

Il 26 maggio 2025, la Commissione aveva inviato una richiesta di informazioni all’Italia per una migliore comprensione del decreto. L’Italia ha risposto l’11 giugno 2025. Oggi, la risposta di Bruxelles.

A rischio la libera circolazione dei capitali

La valutazione preliminare dell’esecutivo europeo rileva inoltre che «il decreto potrebbe essere incompatibile con altre disposizioni del diritto dell’UE, tra cui quelle sulla libera circolazione dei capitali e sulla vigilanza prudenziale da parte della Banca centrale europea. La valutazione preliminare invita l’Italia a presentare le proprie osservazioni. Separatamente, un tribunale italiano ha annullato parzialmente il decreto il 12 luglio 2025. In base alla risposta dell’Italia alla valutazione preliminare e alla sentenza del tribunale italiano, la Commissione valuterà i prossimi passi». 

Salvini: «Ue non rompa le scatole»

A beve giro la risposta di Matteo Salvini, vicepresidente del consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: «Penso che la Ue abbia cose più importanti delle quali occuparsi, per esempio trattare con gli Usa. Quindi invece di rompere le scatole al governo italiano su balneari, spiagge, motorini, auto elettriche e banche si occupi di poche cose, serie e lo faccia bene. Il dossier è sul tavolo del ministro Giorgetti che fino a oggi ha lavorato perfettamente e il sistema bancario e creditizio è un asset strategico per il Paese. Quindi l‘Italia può e deve normare come ritiene senza che da Bruxelles nessuno si permetta di intervenire».

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14 luglio 2025 ( modifica il 14 luglio 2025 | 13:23)

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