
Un sopravvissuto ai lager di 99 anni, Daniel Heiman, ha ricevuto a Tel Aviv, dove ora vive, un pacco di piccole cose che la madre gli aveva preparato prima di essere deportata, e morire. Il pacco, che contiene anche un’ultima lettera della madre, ha impiegato 82 anni a arrivare nelle sue mani. Ci è arrivato tramite colpi di fortuna, una vicina attenta, un’associazione di «collaborazione ebrei e cattolici» e l’ambasciata tedesca.
La storia è stata pubblicata sul tabloid tedesco Bild, che racconta «il sorriso di bambino» spuntato sul volto dell’uomo quando ha aperto la scatola. Dentro ci sono documenti, il suo passaporto, qualche foto. Dall’invio del pacco, chiuso e impostato dalla madre di Heiman, Elise, sono passati 82 anni.
Il pacchetto, ora, arriva da Weiden, cittadina vicino a Norimberga dove i nonni di Heimann avevano una fabbrica; e non lontano da dove abitava la famiglia Heimann, cioè il padre Maximilian, la madre Elise, lui e la sorella Käthe, prima dell’arrivo dei nazisti. Con il nazionalsocialismo la famiglia viene perseguitata, e ai genitori riesce, in un ultimo atto di salvezza, di spedire la figlia in Regno Unito da parenti e il figlio in Palestina con un’organizzazione della comunità ebraica.
Sono le ultime ore di salvezza di una famiglia che poi la storia scompone. Nel pacchetto, che Elise intende inviare a Daniel in Palestina tramite dei parenti, c’è un biglietto per l’associazione che lo aprirà: «Aiutateci, aiutateci. Fate in modo che i nostri bambini restino i nostri bambini». Non succederà mai. Gli Heimann non riescono a scappare. Vengono deportati in Polonia, a Izbica, e uccisi in un lager, non si sa se a Belzec o a Sobibor.
La scatola di cartone, intestata a Theo Heimann – Daniel Heiman è il suo nuovo nome, che gli viene fatto adottare per sicurezza in Palestina – finisce nelle mani di una conoscente di Elise, a Weiden, dove Elise è nata. Lei non riesce a spedirla mai, e la tiene fino al momento di morire. I suoi parenti, qualche anno fa, l’hanno donata alla locale Gesellschaft für Christlich-Jüdische Zusammenarbeit, associazione culturale «per la collaborazione di ebrei e cristiani». Una giornalista, Christine Ascherl, si interessa della storia.
Scopre che Theo ha cambiato nome in Daniel; lo cerca in Israele; insieme a un rappresentante dell’ambasciata tedesca a Tel Aviv gli consegna il pacco il 13 luglio 2024. Martedì scorso, a Weiden, davanti alla casa natale di Elise Heimann è stata posata una Stolperstein, cioè una pietra d’inciampo. Daniel, troppo anziano per viaggiare, ha assistito dallo schermo di un telefonino.
5 agosto 2025
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