
Il calcio al tempo dei social è anche, a volte soprattutto, questo. Nemmeno il tempo di postare su Instagram il comunicato ufficiale che annunciava l’esonero di Stefano Pioli, che la Fiorentina si è ritrovata un like particolarmente scomodo e, allo stesso tempo indicativo: quello di Marin Pongracic.
Certo, il difensore croato (probabilmente richiamato dal club) ha poi rimosso quel gradimento virtuale ma il mondo del web, si sa (o si dovrebbe sapere) non perdona. La traccia insomma è rimasta, e basta e avanza probabilmente per spiegare quale fosse il rapporto tra l’ormai ex allenatore viola e almeno parte del gruppo.
Del resto, le voci si rincorrevano da un pezzo. Dai malumori di Ranieri per la sostituzione alla seconda di campionato col Torino, passando per quelli di Dzeko per lo stesso motivo (il cambio all’intervallo nel match casalingo col Napoli) o le voci (smentite da Pioli ma sulle quali in realtà sono piovute tante conferme indirette) sul confronto tra alcuni senatori del gruppo e il tecnico nel quale lui stesso si sarebbe rifiutato di rivedere alcune idee e convinzioni.
Lo scollamento insomma era ormai abbastanza evidente, e si era manifestato anche domenica. Prima (Pioli al contrario di quanto successo non era in campo con la squadra durante il riscaldamento) e dopo (lui da solo negli spogliatoi, il gruppo sotto la curva) la partita persa col Lecce.
Con i calciatori insomma il feeling non c’era più, forse non era mai nato, e con la società è finita nel peggiore dei modi. Un esonero che il club avrebbe voluto evitare in tutti i modi, cercando invece una separazione consensuale mai arrivata.
E così veniamo alle ultime ore: la squadra ad allenarsi con lo staff, il direttore generale Alessandro Ferrari in ufficio a trattare con i legali, e Pioli nella sua stanza. Separati in casa, per 48 ore abbondanti.
Alla fine, oggi, la soluzione. E’ stato Rocco Commisso, dagli Usa, a dare l’ok per l’esonero. A quel punto un freddo saluto con la squadra, l’addio al Viola Park e, per la Fiorentina, l’inizio di un altro difficilissimo match: trovare l’allenatore giusto (D’Aversa quasi tramontato, Vanoli, Palladino e Nesta i nomi ora valutati senza escludere sorprese) e salvarsi.
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4 novembre 2025
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