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Natura e arte, un binomio che si concretizza in un luogo magico, non lontano da Venezia, a Marocco, a nord di Mestre. L’entroterra lagunare fu luogo di delizie per le antiche aristocrazie veneziane come lo è ancora per i contemporanei dotati della consapevolezza che qui, in area veneta, sono racchiuse tradizioni d’eccellenza: dall’architettura alla scultura, alla musica all’alta cucina. Villa Fürstenberg non fa eccezione, magnifica per l’edificio seicentesco e per il parco, al cui disegno contribuì il paesaggista Pietro Portinai. La folta vegetazione – più di 3.000 alberi fra faggi rossi, alberi dei tulipani, cedri, tigli, conifere – è disseminata di viali bordati di convallarie, laghetti di loto, pergole.
Ma anche animata da 23 sculture di maestri contemporanei che costituiscono il Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg, ecosistema di biodiversità naturali, artistiche, socio-economiche, ora aperto al pubblico. Qualche nome? Mitoraj, Botero, Plensa, Atchugarry, Valdés, Consagra, Penone, Barni, grazie ai quali, talvolta, si tengono qui workshop per scuole e accademie del Veneto. Fu Clara
Agnelli a vivere in questa dimora dal 1939 – quando per le sue nozze il padre Giovanni Agnelli gliene fece dono –, prima con il marito Principe Fürstenberg, poi con il secondo consorte Conte Nuvoletti. Nel 2000, per volere di Sebastien Fürstenberg, figlio di Clara, la villa è divenuta headquarter di Banca Ifis, challenger bank, che oggi, sotto la presidenza di Ernesto Fürstenberg Fassio, propone servizi di «specialty finance» per piccole e medie imprese, praticando, grazie al forte interesse per l’arte, anche un’intensa attività di mecenatismo culturale. Esempio ne è il parco stesso, case history in materia di corporate collection e social responsibility.
Da qui lo sguardo si è volto a Venezia, individuando nell’opera «Migrant Child», realizzata da Banksy sulla parete di Palazzo San Pantalon (una delle due riconosciute dall’artista in Italia), un’opportunità per un intervento di patronage, a seguito dell’appello del Ministero dei Beni Culturali. Il palazzo è stato acquisito da Ifis art, progetto ideato nel ’23 da Fürstenberg Fassio per i 40 anni della Banca – verrà presto destinato a spazio per artisti emergenti –, e il murale, facile preda dell’umidità dei canali, messo in sicurezza.
Recenti inoltre l’acquisto e il restauro dei dodici busti in gesso del primo Ottocento di Antonio Canova ritrovati nei pressi di Treviso, e il suggello della partnership fra Palazzo Citterio a Milano, appena riaperto, e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma attraverso la mostra-installazione La forza di sognare ancora di Mario Ceroli, ora in corso a Brera, ma dalla primavera prossima destinata a proseguire, ampliata, nella capitale, sempre con la curatela di Cesare Biasini Selvaggi.
La Banca ha appena acquisito la collezione del maestro e nel 2025 sosterrà la creazione di una Fondazione che ne tutelerà la conservazione. Il presidente Fürstenberg Fassio precisa: «Abbiamo voluto sostenere questo progetto per testimoniare la nostra vicinanza al mondo dell’arte e della cultura. Così continuiamo a realizzare la collaborazione pubblico-privato che contraddistingue l’intervento di Banca Ifis nell’arte e in tutti gli altri settori in cui opera, dall’economia al sociale. Mario mi ha chiesto di tutelare il suo percorso e i luoghi della sua arte: l’abitazione, lo studio, la collezione, l’adiacente falegnameria e il laboratorio, e il percorso espositivo che sta nella sua casa. Un patrimonio di 250 opere realizzate in 70 anni, un ponte tra il Novecento e il Duemila».
Ceroli, che ha anticipato tendenze divenute centrali nelle arti visive, viene dunque a saldare l’intersezione tra arte, umanità ed ecologia cara a Banca Ifis.
Nella foto di Andrea Garuti, «The King Lobster» di Philip Colbert, tra le opere del Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis presso Villa Fürstenberg, a Marocco (VE)
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17 dicembre 2024 (modifica il 17 dicembre 2024 | 09:17)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
17 dicembre 2024 (modifica il 17 dicembre 2024 | 09:17)
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