
DALLA NOSTRA INVIATA
WASHINGTON – Nel giorno in cui Trump ha ospitato un summit per la firma di una roadmap per la pace tra Armenia e Azerbaigian, la Casa Bianca si prepara già a un altro incontro, quello con Vladimir Putin. Lo stesso presidente americano ha detto che vedrà di persona «molto presto» il leader russo e che avrebbe rivelato «a breve» la sede. «Il mio istinto mi dice che abbiamo una possibilità», ha aggiunto Trump. Secondo Bloomberg, in vista del faccia a faccia, Washington e Mosca puntano a raggiungere un accordo per l’Ucraina che congelerebbe la situazione sul campo aprendo la strada a un cessate il fuoco e a discussioni tecniche su un accordo di pace duraturo. Questa intesa preliminare prevederebbe di lasciare alla Russia i territori occupati durante l’invasione. Per il Wall Street Journal Putin sarebbe disposto a interrompere le ostilità in cambio dell’Ucraina orientale.
Gli Stati Uniti starebbero cercando di ottenere il sostegno dell’Ucraina e degli alleati europei, cosa tutt’altro che certa. In passato Putin aveva chiesto che Kiev cedesse l’intera regione del Donbass come pure la Crimea, che le sue forze hanno illegalmente annesso nel 2014. Questo richiederebbe che Zelensky ordinasse un ritiro delle truppe dalle parti di Luhansk e Donetsk ancora controllate da Kiev, dando alla Russia una vittoria che il suo esercito non è riuscito a ottenere. Sarebbe un successo per Putin che ha cercato spesso negoziati diretti con gli Usa, lasciando ai margini Ucraina e alleati europei. Kiev teme di trovarsi davanti a un accordo da prendere o lasciare, mentre l’Europa ha il timore di essere lasciata a monitorare un cessate il fuoco mentre Putin usa il tempo per rafforzare il suo esercito. La Russia come parte dell’intesa fermerebbe la sua offensiva nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia lungo le attuali linee del fronte. Dopo l’incontro di Witkoff con Putin, il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha parlato di un compromesso sui territori come chiave per arrivare alla pace, ma ha aggiunto che entrambe le parti dovranno fare concessioni.
Non è chiaro però se Mosca sia pronta a rinunciare a territori che ha occupato, incluso l’impianto nucleare di Zaporizhzhia. In passato Washington ha offerto di riconoscere la Crimea come russa e di cedere a Mosca il controllo di parti di altre regioni ucraine, mentre il controllo di Zaporizhzhia e Kherson tornerebbe all’Ucraina. Anche il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato ieri che un «congelamento» della guerra in Ucraina potrebbe essere vicino: «Ci sono certi segnali e abbiamo l’intuizione che forse un congelamento del conflitto, non voglio dire la fine, sia più vicino che lontano». Tusk ha aggiunto che Zelensky è «molto cauto ma ottimista» sul cessate il fuoco. Non è chiaro se Putin accetterebbe di partecipare a un summit trilaterale con Zelensky come quello di ieri tra armeni e azeri alla Casa Bianca, anche se raggiungesse un accordo con Trump.
Ieri il premier armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliyev hanno tenuto incontri bilaterali con Trump per firmare accordi commerciali ed energetici e poi un trilaterale: quello che hanno firmato non è un accordo di pace definitivo ma una dichiarazione congiunta di impegno alla pace. È la prima dichiarazione di pace firmata dai due ex Paesi sovietici dopo la fine della Guerra fredda, osservano comunque fonti dell’amministrazione Usa. Trump l’ha definito uno «storico summit per la pace». I due Paesi sono in conflitto dalla fine degli anni Ottanta, quando il Nagorno-Karabakh — una regione dell’Azerbaigian con popolazione per la maggior parte armena — si staccò da Baku con il supporto dell’Armenia, e si sono scontrati in successive guerre fino al 2023. L’Armenia ha annunciato che gli americani svilupperanno una «Trump Route for International Peace and Prosperity» (Tripp), una via di transito di circa 43 chilometri attraverso l’Armenia, che collega il territorio azero a Nachchivan, exclave azera situata tra l’Armenia e la Turchia, risolvendo la disputa del cosiddetto Corridoio Zangezur, il cui controllo, i percorsi e persino il nome erano stati a lungo oggetto di disputa.
Un funzionario dell’amministrazione Usa ha spiegato che Trump «ha cambiato il linguaggio» in modo che la «prosperità commerciale possa assicurare la pace». Tripp verrà presentato come un progetto commerciale anziché militare e di sicurezza: garantirà accesso commerciale per l’Azerbaigian, mantenendo il controllo dell’Armenia sul suo territorio. I due Paesi hanno firmato anche una lettera congiunta che li ritira dal Gruppo Minsk dell’Ocse — presieduto da Russia, Francia e Usa — che aveva mediato nel conflitto ma è visto come inefficace. Restano problemi come le richieste dell’Azerbaigian che l’Armenia cambi la Costituzione o quelle dell’Armenia per il rilascio di prigionieri in Azerbaigian. Ma l’accordo segna una crescente influenza Usa nel Caucaso meridionale, su una via di trasporto che connette la Cina all’Europa attraverso vie alternative di commercio che evitano Russia e Iran. Inoltre, gli Usa credono che questo accordo possa aprire la strada alla normalizzazione tra Turchia e Armenia ed eventualmente all’ingresso, un giorno, dell’Azerbaigian negli accordi di Abramo con Israele.
8 agosto 2025 ( modifica il 8 agosto 2025 | 23:10)
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