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Ucraina, ondata di incursioni oltre ai colpi dal cielo. Così ora l’Armata di Putin «allarga» gli attacchi

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Avanzate per una manciata di chilometri di piccoli gruppi di soldati, marce nei boschi, pattuglie nascoste nelle cantine delle case, cellulari e mini-droni: cambia veloce la guerra in Donbass. «Non si combatte più soltanto dalle trincee, le artiglierie contano di meno, dominano i droni e le unità di fanteria, che ancora approfittano del fogliame fitto dell’estate», ci racconta un ufficiale ucraino che si muove tra le aree del fronte di Chasiv Yar. In tre anni e mezzo siamo passati dallo scontro convenzionale tra fanti trincerati, cannoni e tank, a questo duello tra iniziative individuali di sergenti e capitani sul campo, resistenza fisica e utilizzo delle nuove tecnologie.

La novità sbandierata dallo Stato maggiore di Kiev, pur con inevitabile intento propagandistico, è che l’offensiva lanciata dai comandi di Mosca il 4 agosto sarebbe stata sconfitta. Secondo il capo di Stato maggiore ucraino, generale Oleksandr Syrsky, i rinforzi inviati nelle campagne tra Pokrovsk e Dobropillya, sarebbero riuscite a fermare le infiltrazioni. «Vediamo anche dai toni dei social militari russi che i messaggi trionfanti di qualche giorno fa si sono trasformati in lamenti». Syrsky segnala che in due settimane i corpi scelti russi avrebbero perso oltre 1.000 uomini e soltanto negli ultimi tre giorni 206 uccisi, oltre alla distruzione di 3 tank, altrettanti blindati, 12 cannoni, 35 droni, 24 tra auto e moto. Non è chiaro a quanto ammontino le perdite ucraine, probabile che anche le loro siano ingenti.

Da seguire con attenzione, queste nuove strategie d’attacco russe. «I loro comandi hanno imparato dagli errori iniziali. Si dimostrano agili e innovativi. I droni di nuovo modello costruiti grazie alla componentistica elettronica cinese danno un grosso aiuto e creano immensi problemi», ci dice Mykhailo Kmytiuk, un comandante di battaglione che ora si trova sul fronte di Zaporizhzhia, ma guida anche alcune unità scelte a Pokrovsk. La novità sono i commando che non superano la decina di soldati e si sono infiltrati nelle retrovie ucraine. «Hanno sfruttato il terreno del Donbass segnato da forre, corsi d’acqua, fitti boschi che rendono difficile il pattugliamento dei droni. C’è voluto tempo per snidarli», ammette il comunicato di Syrsky. Muoversi a piedi aiuta a eludere l’osservazione dal cielo, gli stessi ucraini hanno abbandonato tank e blindati, per lo più stanno nascosti nelle cantine, si mischiano ai contadini.

I russi continuano a premere. La strategia di Putin mira ad approfittare dell’ultimo periodo prima delle piogge per occupare il massimo del territorio nella convinzione che poi resterà suo nel momento in cui si dovesse trattare la tregua e l’eventuale processo di pace. E nel frattempo s’intensificano i bombardamenti. L’aviazione ucraina segnala che l’altra notte i russi hanno sparato 577 droni e una cinquantina di missili su almeno 11 località, tra cui Leopoli e Odessa. Colpita anche una ditta civile americana nei Carpazi. I droni ucraini hanno causato incendi in almeno due raffinerie in Russia. «Vedete bene che i russi non vogliono finire questa guerra. Bombardano, lanciano offensive», commenta Zelensky, per il quale è ovvio che Putin sfugge all’incontro diretto con lui di cui aveva parlato Trump ai recenti summit in Alaska e alla Casa Bianca. E aggiunge: «I segnali che arrivano dalla Russia sono indecenti, non vogliono la pace».

22 agosto 2025

22 agosto 2025

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