I primi passi della «via diplomatica» per la risoluzione della guerra iniziata con l’invasione russa dell’Ucraina hanno suscitato commenti contrastanti che rispecchiano l’estrema polarizzazione delle posizioni politiche che ormai prevale per quasi tutte le questioni. Cercherò nelle righe seguenti di fornire invece un giudizio più bilanciato, concentrandomi su tre temi: i protagonisti di questi passi, la sostanza di un possibile accordo e le sue probabili conseguenze. L’inevitabile caveat è che l’incertezza è ancora enorme: si tratta quindi di valutazioni del tutto preliminari. Partiamo dai protagonisti.
Il regista
Non c’è dubbio che al primo posto, quello del regista, venga Trump. È a lui che si devono gli sviluppi più recenti. Nonostante le modalità a dir poco inusuali del suo procedere, occorre dargli atto che l’attuale percorso diplomatico è merito suo. Era peraltro impossibile che un’iniziativa di pace potesse procedere senza un intervento diretto degli Stati Uniti. Per una volta riconosciamo, però, che un ruolo importante è stato svolto anche dall’Europa. Il fatto che i tre principali Paesi della Ue (Germania, Francia, Italia), sostenuti dalla Commissione, più il Regno Unito, abbiano ribadito il loro fermo e congiunto sostegno all’Ucraina ha probabilmente spostato Trump su posizioni più favorevoli al Paese aggredito rispetto a quelle che avevano caratterizzato le prime settimane della sua presidenza.
La grande assente
Tra i protagonisti, si segnala per la sua assenza la Cina. Gli Stati Uniti non hanno interesse a coinvolgerla. Vedremo come questa assenza influenzerà sui negoziati. Senza poter contare sul sostegno economico cinese, la Russia forse non avrebbe iniziato la guerra. Vedremo se la pace potrà ora essere raggiunta senza coinvolgere quella che è ormai diventata la seconda potenza egemone globale.
I territori
Passo alla sostanza del possibile accordo. È ormai chiaro, per quanto ingiusto possa essere, che la pace potrà arrivare solo al prezzo di una cessione di territori alla Russia che vada oltre la Crimea, con una modalità più o meno formale. Sento già molti sentenziare che lo si sapeva fin dall’inizio che sarebbe finita così e che, quindi, è stato futile per l’Ucraina combattere contro la potenza russa, che l’Occidente ha sbagliato ad armare tale resistenza e che la via diplomatica era l’unica possibile. Si tratta di posizioni estreme, ideologiche e che non guardano alla realtà.
Putin non ha vinto
La realtà è che Putin non ha vinto, perché, come si è capito dalle sue prime mosse durante l’aggressione, il suo obiettivo era l’asservimento dell’Ucraina al suo volere, la sua trasformazione in uno stato vassallo, la fine della sua indipendenza. L’eroica lotta del popolo ucraino, col sostegno dell’Occidente, ha impedito di raggiungere tali risultati. Questo è costato sangue, ucraino e russo, e ne è stato versato abbastanza. Non è la prima volta che la libertà si paga con un alto prezzo, purtroppo.
Le conseguenze
Infine, le conseguenze di un possibile accordo. A qualcuno la cessione di territori alla Russia ricorda la cessione dei Sudeti a Hitler dopo la conferenza di Monaco, cessione cui seguì, mesi dopo, la fine della Cecoslovacchia. Anche questa è una posizione estrema. Ci sono differenze fondamentali. La principale è che la Germania nazista incamerò i Sudeti senza colpo ferire. Più di tre anni di guerra dovrebbero avere convinto Putin che ulteriori mosse espansionistiche sarebbero troppo costose per la Russia. Ciò detto è chiaro che un accordo dovrà essere accompagnato da ferree garanzie sulla sicurezza dell’Ucraina ed è positivo che gli Stati Uniti siano orientati a contribuire a tali garanzie almeno col supporto aereo e di cybersecurity.
Le spese militari
Il prezzo pagato da Putin dovrebbe, a fortiori, scoraggiarlo da intraprendere iniziative espansionistiche anche verso il resto dell’Europa. È per questo che dobbiamo essere grati all’Ucraina per aver contrastato l’invasione. Certo, l’aggressione di Putin richiede che l’Europa aumenti le proprie spese per la difesa. Continuo però a pensare che portare la spesa militare ai livelli previsti dal recente accordo Nato sia eccessivo: il fallimento dell’aggressione russa, nonostante l’enorme squilibrio di popolazione rispetto all’Ucraina, conferma che la Russia è molto meno potente di quanto fosse l’Urss.
21 agosto 2025
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