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Turismo a Bari, affitti brevi e b&b meglio degli hotel. «Attenti al fenomeno dell’overtourism»

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Un tesoretto ancora da sfruttare (solo nel 2025 pari a quasi 2,6 milioni). Ma anche una rilevazione che svela le criticità del turismo formato Bari con una mappa utile a impostare una programmazione che ancora tarda a concretizzarsi. Ecco che arriva il report dei primi sette mesi della tassa di soggiorno e gli analisti di Paytourist, la piattaforma che regola il settore, hanno elaborato un report dettagliato con alcune indicazioni da seguire.
L’analisi prende in considerazione i flussi dei primi sette mesi (gli arrivi sono stati 593 mila) e li confronta con lo stesso periodo dell’anno precedente. Si parte con il numero delle strutture censite. C’è la crescita esponenziale della locazione breve passata da 1.940 a 2.718 attività con un aumento di quasi 800 proposte (778). In seconda posizione ci sono gli affittacamere (che passano da 520 a 620), seguiti dai B&B (da 251 a 273). Gli hotel fanno segnare una struttura in più per i cinque e i quattro stelle (fermi i tre e i due stelle): in totale gli alberghi sono 40. E qui c’è il primo alert lanciato da chi analizza il fenomeno.

«L’incremento delle unità per tipologia di struttura – è scritto nel report – risulta essere piuttosto omogene tranne che per quelle di tipologia affitto breve e affittacamere. Per queste l’incremento è tale da non indurre a pensar a una netta conversione delle tipologie di struttura precedentemente esistenti, ma a un aumento del numero di coloro che mettono a disposizione il proprio alloggio per finalità turistico-ricettive». «Per avere una stima più precisa del fenomeno – continua il report – il dato andrebbe confrontato anche con il rapporto tra popolazione residente e numero di posti letto turistici e con il patrimonio edilizio del Comune di Bari. La crescita dell’offerta, pur avendo un impatto positivo sulle entrate comunali, potrebbe incidere negativamente sull’equilibrio tra popolazione residente e numero di attività ricettiva che potrebbe minare anche alla quali dell’offerta ricettiva e dell’accoglienza, oltre che sulla qualità di vita cittadina d residenti». In definitiva, il pericolo è l’overtourism che potrebbe portare «a un fenomeno collaterale, ossia il cosiddetto gentrification e a un calo del la popolazione residente».

Dal punto di vista degli introiti, invece, l’operazione tassa di soggiorno ha generato un incasso di poco meno di 2,6 milioni (quasi 500 mila euro di differenza rispetto allo stesso periodo del 2024). Ma dal passaggio tra un’annualità e l’altra emerge la riduzione dello scarto tra alberghiero ed extralberghiero: nel primo caso l’incidenza scende dal 68,64% al 63,79%, mentre nel secondo caso sale dal 31,35% al 37,11%. Raccordando tale andamento con le presenze emerge la disparità di peso tra le due tipologie. Gli hotel hanno fatto segnare una crescita dei pernottamenti da 368.279 a 398.940 unità (più 28,8%), a fronte degli affitti brevi che passano da 370.249 a 555.120 unità (più 40,8%) e degli affittacamere da 190.611 a 245.056 (più 17,69%). Ma gli introiti vedono gli hotel portare nelle casse del Comune oltre un milione di euro (39,04%) e gli affitti brevi 868 mila euro (33,57%). Il motivo? Quest’ultima tipologia trattiene al cliente 2 euro a notte per un massimo di 4 giornate, mentre per gli hotel 3 e 4 euro al giorno (se 4 o 5 stelle). Eppure, il sistema degli alberghi crea maggiore ricchezza e benefici per il territorio e pensare di equiparare il pagamento giornaliero dell’extralberghiero avrebbe un senso. Soprattutto consentirebbe all’amministrazione pubblica di incrementare sensibilmente gli incassi annuali (di almeno un terzo della cifra totale).

Un altro aspetto, che dimostra come l’offerta debba essere tarata in base a chi frequenta la città, deriva dalla tipologia di presenza. I pernottamenti complessivi sono passati da un milione del periodo di riferimento 2024 a quasi 1,4 milioni del 2025. Di questi 562 mila sono famiglie (40,7%), 540 mila gruppi organizzati (39,01%) e 280 mila singoli (20,29%). La fascia d’età maggiormente presente va dai 29 ai 33 anni (il 9,56%), mentre gli italiani e i polacchi danno vita insieme il 40,8% del totale dei pernottamenti (27,95% e 12,85%). L’ultimo passaggio dell’analisi è legata alla qualità dei dati. «Per poter ottenere una rappresentazione più precisa e puntuale del fenomeno – conclude il rapporto di Paytourist – bisognerebbe analizzare i dati a consuntivo, in modo da contrapporre i dati risultanti dall’intero anno contabile con quelli dell’anno precedente. Sarebbe auspicabile porre all’attenzione della Regione Puglia l’istituzione di un “Osservatorio Turistico” con un sistema di raccolta dei dati adeguato ai tempi e all’avanguardia. Il portale dell’Osservatorio Turistico a oggi in uso, Spot e Spot Easy, per le locazioni brevi, rappresenta un modello anacronistico di raccolta dei dati inerenti al flusso turistico. Questa obsolescenza dello strumento di raccolta non permette un uso efficace dei dati afferenti al comparto turismo per i Comuni a vocazione turistica».


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3 agosto 2025

3 agosto 2025

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