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Trump incassa il sì del senato alla sua «grande legge». Ma deve intervenire Vance

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DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK – È stata la mano di Dio. Tutti gli uomini — e le donne — del presidente non hanno dubbi, non ne ha la base, il movimento «Maga»: la serie di successi consecutivi, in politica estera e interna, dei primi cinque mesi del Trump II ha le radici nell’attentato dello scorso luglio a Butler, Pennsylvania, quando il proiettile di un DPMS Panther Arms A-15 capace di polverizzare le ossa e disintegrare i tessuti molli scalfisce un orecchio di Trump, facendo meno danni di un rasoio trilama durante la barba mattutina. Il «big beautiful bill» passato ieri al Senato dopo ventiquattr’ore consecutive di maratona in aula fa parte dei frutti di questo «miracolo»: Trump ha messo tutte le priorità domestiche, profondissimi tagli alla spesa pubblica ed enormi tagli alle tasse, insieme nello stesso disegno di legge, 940 pagine.

Aveva tre voti di vantaggio, 53-47, ne ha persi tre per strada, il massimo consentito, durante una sessione notturna massacrante, a tappe forzate, che era l’unico escamotage procedurale (il «vote-a-rama» subito entrato nel gergo politico corrente) per togliere ai democratici (peraltro comatosi) l’unica arma rimasta, l’ostruzionismo: niente maggioranza qualificata di 60 voti, maggioranza semplice, 50 voti bastano perché il vicepresidente JD Vance ha il potere di rompere l’impasse votando come 51esimo sì. Così è stato. Risultato 51-50, il disegno va alla Camera per gli ultimi dettagli prima di finire sulla scrivania di Trump per la firma.

Un «big beautiful bill», «grande, bel disegno di legge» che come ha subito detto il senatore Eric Schmitt del Missouri (fino a vent’anni fa era uno «Stato in bilico», centrista e bipartisan, adesso è ultra-repubblicano) «finirà presto sul big beautiful desk, la grande bella scrivania del presidente».

I tre repubblicani contrari? Thom Tillis della North Carolina, Susan Collins del Maine e Rand Paul del Kentucky. Ci sono delle importanti differenze tra i tre: Tillis non voleva i maxi-tagli alla spesa sanitaria (milioni di americani resteranno senza mutua) e Trump l’ha immediatamente attaccato, con veemenza, dando vita a un comitato elettorale per spodestarlo l’anno prossimo alle urne, e Tillis ha subito annunciato il ritiro dalla politica (un altro repubblicano renitente, il deputato Thomas Massie del Kentucky che era contrario al bombardamento sull’Iran, ieri si è guadagnato queste parole: «Tutti i miei candidati hanno 25 punti di vantaggio su Massie, state pronti, è una bruttissima persona!»).

Il secondo «no», quello di Paul, nasce dal suo essere «falco del deficit»: Trump promette crescita per compensare i tagli alle tasse e la conseguente diminuzione del gettito, Paul non gli crede. Trump l’ha insultato chiamandolo «Fauci Paul», come il virologo inviso alla destra per le chiusure ai tempi del Covid. Collins è una moderata, ed era l’unica ad avere per così dire il permesso di votare contro: idealmente, la maggioranza repubblicana di tre voti permette un margine di dissenso tale da far passare una legge così di destra lasciando a due, massimo tre moderati la possibilità di dire ai propri elettori: «Io ho fatto il possibile, la colpa non è mia, avevo votato no». Tillis e Paul hanno occupato due «caselle» costringendo moderati come Lisa Murkowski dell’Alaska a votare sì e rischiare il posto quando i tagli si faranno sentire e i suoi elettori si ribelleranno (subito dopo il voto è stata fotografata: terrea).

Trump, prima di volare in Florida a benedire il progetto della «Alligator Alcatraz», nuova prigione per immigrati illegali circondata dalle paludi con pitoni e alligatori (la t-shirt è già popolarissima tra i suoi fan), ha esortato i repubblicani alla Camera a saltare le vacanze e a presentargli il disegno di legge entro venerdì, festa dell’indipendenza. Via Truth Social: «Ora è la legge di tutti. Il più grande vincitore sarà il popolo americano, che avrà tasse permanentemente più basse, salari e stipendi netti più alti, confini sicuri e un esercito più potente. Sanità e previdenza sociale non vengono tagliate ma RAFFORZATE, e PROTETTE dai Democratici Radicali e Distruttivi. Il nostro Paese esploderà con una crescita enorme, un’enorme prosperità nella nuova e meravigliosa età dell’oro dell’America».

1 luglio 2025

1 luglio 2025

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