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Troppi attacchi letali di orsi, il Giappone schiera l’esercito

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Il Giappone schiera l’esercito per fronteggiare una presenza eccessiva di orsi che sono stati protagonisti di numerosi attacchi, anche letali, nelle zone montuose a Nord del Paese. L’obiettivo è catturarne – ed eliminarne – una grande quantità per evitare che l’eccessiva concentrazione li spinga troppo a ridosso delle zone abitate, come è avvenuto spesso negli ultimi mesi. Con conseguenze insostenibili: da aprile ad oggi sono stati infatti registrati circa cento episodi di aggressioni ai danni di persone che hanno causato ben 12 vittime, un numero record. Così come molto fuori misura è il numero di avvistamenti segnalati, più di 8 mila nella sola prefettura di Akita, con un aumento di sei volte rispetto alla norma. Si tratta di un segnale abbastanza eloquente del fatto che almeno una parte degli orsi sia diventata più confidente nei confronti dell’uomo e non tema di avvicinarvisi troppo. Di qui la decisione delle autorità di intervenire con misure drastiche.

A determinare l’aumento repentino della popolazione di plantigradi sarebbero stati i cambiamenti climatici e lo spopolamento di aree rurali che hanno favorito la loro avanzata verso i centri abitati. Viene segnalato inoltre come determinante il venire meno dell’attività di un gruppo di cacciatori che in passato contribuivano a tenere sotto controllo la quantità di orsi e che si è via via affievolito per questioni anagrafiche: i più anziani non sono mai stati sostituiti dai giovani, una tendenza comune in molti paesi occidentali o occidentalizzati dove l’attività venatoria riscuote meno interesse. 

In Giappone questi animali esistono da sempre. Gli orsi neri giapponesi, una variante dell’orso asiatico, riconoscibile per il baffo bianco sul pelo del petto, sono comuni in gran parte del Paese e possono pesare fino a 130 kg (287 libbre). Gli orsi bruni dell’Amur, che vivono invece sull’isola settentrionale di Hokkaido e che per il colore scuro del loro mantello sono anche chiamati a volte Grizzly neri, possono pesare fino a 400 kg. Non è la prima volta che viene schierato l’esercito per contenere la fauna selvatica: dieci anni fa i militari avevano fornito sorveglianza aerea per la caccia ai cervi selvatici in sovrannumero, mentre nel 2001 era stato chiesto aiuto anche all’esercito britannico per un supporto nell’abbattimento degli animali infetti da afta epizootica.  

Troppi attacchi letali di orsi, il Giappone schiera l'esercito

La nuova operazione, riferisce l’Associated Press, è iniziata nella città di Kazuno, dove da settimane ai residenti è stato detto di evitare le fitte foreste che la circondano, di rimanere a casa dopo il tramonto e di portare campanelli per scoraggiare gli orsi che potrebbero cercare cibo vicino alle loro case. Il maggior numero di attacchi letali è avvenuto proprio nella prefettura di Akita, dove si trova Kazuno, e nella vicina Iwate.  Un camion dell’esercito, diverse jeep e più di una dozzina di soldati, alcuni dei quali dotati di giubbotti antiproiettile, forse per proteggersi da eventuale «fuoco amico» visto che di certo gli animali non sparano, si sono radunati questa mattina a Kazuno,  30.000 abitanti, nota per le sue sorgenti termali, i paesaggi spettacolari e la varietà di mele dolci, anche se sempre i cambiamenti climatici stanno spingendo molti agricoltori a passare alle pesche, considerate meno vulnerabili alle variazioni meteorologiche. 

I militari non spareranno agli orsi, ma si limiteranno a trasportare e posizionare delle gabbie trappola, occupandosi della loro ispezione e manutenzione. Cacciatori addestrati e con armi adatte allo scopo avranno invece il compito di procedere con abbattimenti, anche se non è precisato di quanto la popolazione dei plantigradi dovrà essere ridotta. 

5 novembre 2025

5 novembre 2025

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