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Trento, stop allo sconto sull’Imis per chi affitta a canone concordato: «Non ci sono stati risultati positivi»

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Negli ultimi mesi Franco Ianeselli non ha taciuto le riserve. Dubbi, che con il passare del tempo si sono trasformati in convinzioni. Con un punto fermo, rilanciato non più tardi di una settimana fa dall’assessora Monica Baggia durante la presentazione del rapporto Nomisma sul fabbisogno abitativo del capoluogo: «La misura che abbiamo sperimentato della riduzione dell’Imis per il canone concordato non ha portato gli effetti sperati». E ieri, lunedì 13 ottobre, in commissione bilancio il sindaco ha ribadito il concetto. Andando oltre: nel 2026 quell’aliquota agevolata allo 0,35% — introdotta a partire dal 2023 — la giunta la vuole togliere. Alla base della decisione, gli approfondimenti effettuati dagli uffici negli ultimi mesi, illustrati all’esecutivo alla fine di settembre, incrociando le cifre delle locazioni contenute nella banca dati dell’Agenzia delle Entrate con lo studio dell’entità del canone di locazione dei contratti che beneficiano del contributo integrativo erogato dal Comune. Le conclusioni non hanno lasciato dubbi. «L’introduzione dell’aliquota agevolata — è stato spiegato ieri — non ha incentivato la stipula di nuovi contratti di locazione per l’offerta di una crescente disponibilità di nuovi alloggi al fine di rispondere alla continua domanda di abitazioni». Non solo: «L’importo medio del canone di locazione dei fabbricati abitati affittati a canone concordato non si discosta da quello delle locazioni sul libero mercato e talvolta è superiore». Quindi, «l’agevolazione non ha prodotto un vantaggio economico per gli inquilini». E nemmeno per la struttura comunale, risultando onerosa e complessa: il minor gettito supera infatti i 2,5 milioni.

L’aliquota da rivedere

Di qui la prospettiva di passare oltre. Cancellando dalla tabella delle aliquote quella relativa al canone concordato e proponendo la ridefinizione di alcune altre voci. Nel dettaglio, per gli «altri fabbricati a uso abitativo e relative pertinenze», attualmente con aliquota all’1,05%, si propone un’aliquota dell’1% (che varrà anche per il canone concordato). Aliquota dell’1%, quindi, prevista anche per gli altri fabbricati di categoria catastale C2, C6 e C7 (come rimesse, tettoie, garage, box auto e magazzini). «Ne abbiamo parlato anche con sindacati e Acli» ha sottolineato Ianeselli. Che ha assicurato: «Il maggior gettito derivante dall’eliminazione dell’agevolazione sul canone concordato sarà reinvestito in politiche per la casa». Come manutenzioni, iniziative di accompagnamento all’abitare. Ma anche possibili sperimentazioni. Come quella che sta valutando la giunta, puntando l’attenzione sugli alloggi sfitti presenti in città: cinquemila quelli calcolati dal rapporto Nomisma, un potenziale importante se si calcola che, da qui al 2042, nel capoluogo serviranno quasi seimila alloggi per far fronte alla domanda proveniente dai nuovi residenti. La proposta, messa sul tavolo della riflessione ieri, è di prevedere il rimborso di una annualità dell’Imis a chi deciderà di aprire alla locazione un alloggio attualmente sfitto. Una visione, per ora, studiando il modello Firenze: per farla diventare più concreta, però, si dovrà studiare l’impatto economico sulle casse comunali.

Le prossime mosse

E ieri il nodo degli alloggi sfitti è stato al centro anche del quinto incontro del Comitato provinciale sulla condizione abitativa. L’assessore provinciale Simone Marchiori ha annunciato, al tavolo, che entro la fine dell’anno saranno definite due nuove misure per sostenere il risanamento degli immobili da affittare e per promuovere le cooperative edilizie. Con un duplice obiettivo: «Da una parte — ha spiegato Piazza Dante — si prevede il recupero di almeno 250 alloggi sul mercato da destinare in tempi ragionevoli all’affitto a lungo termine, dall’altra si valuta la possibilità di agevolare il percorso di realizzazione di nuove abitazioni private attraverso cooperative che possano avvalersi anche del contributo di imprese in qualità di soci». Intanto, sul fronte comunale, ieri la commissione bilancio ha analizzato anche la variazione di bilancio 2025-2027, che per quanto riguarda il 2025 interessa la parte corrente per un totale di quasi 6 milioni, mentre per la parte straordinaria prevede una riduzione di 1,6 milioni. Cifra, quest’ultima, legata principalmente allo spostamento dal 2025 al 2026 degli stanziamenti per la passerella ciclopedonale sull’Adige. Spostata di un anno anche la realizzazione della pista ciclabile di viale dei Tigli. A bilancio, però, entra una nuova opera, vale a dire la riqualificazione del parco della Predara, per un totale di circa 350mila euro.


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14 ottobre 2025 ( modifica il 14 ottobre 2025 | 12:05)

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