
Franco Ianeselli aveva fissato subito la linea: la scorsa settimana, di fronte alle nuove ipotesi di dislocazione degli impianti sportivi cittadini tratteggiate dal governatore Maurizio Fugatti (con la prospettiva di realizzare il palazzetto dello sport a San Vincenzo invece che in Destra Adige), il sindaco di Trento aveva anticipato che, in giunta, non avrebbe portato la delibera relativa ai cinque campi da calcio previsti nell’area a ridosso di Mattarello. «Serve chiarezza, oltre a un confronto con il Comune» aveva chiarito il primo cittadino, sostenuto dall’assessora all’urbanistica Monica Baggia. E ieri, lunedì 13 ottobre, quell’annuncio è diventato un fatto: nella riunione settimanale, infatti, l’esecutivo di via Belenzani non ha esaminato — e quindi nemmeno adottato — la delibera relativa alla realizzazione dei cinque campetti a San Vincenzo. «Non abbiamo assunto alcuna delibera — ha confermato Ianeselli al termine della riunione — perché aspettiamo di avere chiarezza sulla visione d’insieme».
Il futuro dell’area
Insomma, la partita è ancora aperta. E seppur dai piani alti di Palazzo Geremia si prova a mantenere basso il tono del confronto («Non vogliamo alimentare polemiche» ha precisato il sindaco), è evidente che sull’asse via Belenzani-piazza Dante ci sarà ancora molto da lavorare per arrivare a una linea condivisa. E per smussare le asprezze di un dibattito che in questi giorni ha registrato stilettate e battibecchi. Da parte sua, il primo cittadino ieri è ripartito ricordando il quadro. E riavvolgendo il nastro fino al 2020, al tempo in cui il Comune pensava di mantenere il Briamasco lì dov’è oggi. Per seguire, ha spiegato Ianeselli, «la tendenza dell’urbanistica contemporanea di non prevedere più palazzetti o stadi decentrati come astronavi». Poi però si è scelta un’altra strada: «Dopo un’ampia riflessione — ha aggiunto — Comune e Provincia hanno firmato un documento nel 2023 che indicava collocazioni precise». Con l’area di San Vincenzo «infrastrutturata come parco urbano, con campi per attività sportive e area concerti. E con l’eventuale stadio». Dall’altra, con il palazzetto previsto in Destra Adige.
Le altre infrastrutture
«Ora — ha rilanciato il sindaco — i Mondiali di ciclismo hanno introdotto una necessità di infrastrutturazione, che guarda a San Vincenzo. E, in questo quadro, vedo che la Music arena non interessa più a nessuno: paradossalmente, sono l’unico rimasto a dire che un’area per concerti serve. Magari non da 100mila persone, ma comunque uno spazio adatto». Il messaggio è rivolto alla Provincia. Perché, pur «senza tirare su la polemica», la parola d’ordine ora è quella di «trovare intese». «L’aspettativa — ha osservato il primo cittadino — è ritrovarsi e arrivare a una visione comune. Perché non può esserci una disputa tra la Provincia che dice “Io ho i soldi e decido” e il Comune che ribadisce l’aspetto urbanistico della vicenda. Bisogna decidere insieme». Tenendo conto, però, di un aspetto. Centrale: «È evidente che la decisione rispetto a un’infrastruttura sportiva si pone nell’ambito della riflessione urbanistica: il luogo dove questa infrastruttura viene collocata non è indifferente». E, in questo senso, la Destra Adige per il palazzetto rimane, secondo l’amministrazione, il luogo ideale: un quartiere che nasce, con la funivia, la passerella, la vicinanza con il centro storico. «Spostare tutto fuori è meno convincente» è la posizione del sindaco. Che sul palazzetto in Destra Adige si era speso, tra l’altro, fin dalla campagna elettorale, con riferimenti chiari anche all’interno del suo programma. E il nodo della Motorizzazione civile? «Sappiamo — è la conclusione di Ianeselli — che la Motorizzazione non può stare lì. Ma stiamo verificando la possibilità di realizzare il palazzetto dello sport anche con la presenza, almeno temporanea, della Motorizzazione civile».
14 ottobre 2025 ( modifica il 14 ottobre 2025 | 13:17)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
14 ottobre 2025 ( modifica il 14 ottobre 2025 | 13:17)
© RIPRODUZIONE RISERVATA