
Era stato il primo atto della consiliatura: a 48 ore dalla sua riconferma alla guida del Comune capoluogo, il sindaco di Trento Franco Ianeselli aveva firmato il decreto che manteneva Enrico Menapace al vertice della struttura amministrativa. Una scelta in continuità, quella del direttore generale di Palazzo Thun, che aveva mostrato fin da allora la stima del primo cittadino nei confronti di Menapace, dirigente chiamato in comando dalla Provincia. A meno di due mesi da quella decisione, però, Ianeselli si trova a dover salutare il suo direttore generale. E a nominarne uno nuovo. Perché la Provincia ha concesso a Menapace solo altri tre mesi di lavoro in via Belenzani prima di tornare in Piazza Dante. «C’è una questione di rispetto per l’ente che andava considerata. Siamo il capoluogo» tuona il sindaco. Che non risparmia stoccate alla Provincia. E al governatore Maurizio Fugatti. In un rapporto tra Comune e Piazza Dante già tutt’altro che idilliaco. E che ora registra un’ulteriore crepa.
Continuità mancata
La vicenda è stretta, di fatto, in pochi mesi. Menapace era arrivato in Comune nell’autunno del 2024, per sostituire Livia Ferrario (andata in pensione), con un incarico fino alla fine della consiliatura. A maggio, dopo aver vinto le elezioni, Ianeselli aveva deciso di proseguire il lavoro avviato. Ribadendo la fiducia al direttore generale con un decreto di nomina fino al 30 giugno — vale a dire, fino alla fine del comando di Menapace in Comune — indicando subito la possibilità di un rinnovo a scadenza.
Contestualmente, il sindaco aveva scritto alla Provincia per avere garanzie sulla durata del comando. Quasi un atto dovuto, generalmente. Ma non in questo caso. «Subito dopo il mio decreto — ripercorre le tappe il primo cittadino — avevo scritto all’amministrazione provinciale per chiedere una proroga del comando di Menapace». Con una prima mano tesa. «Il 4 giugno — prosegue Ianeselli — il dirigente generale del Dipartimento organizzazione, personale e innovazione Luca Comper mi aveva risposto positivamente». Nel documento inviato in via Belenzani, in sostanza, Comper autorizzava il comando per tre anni, fino al 2028. Rinviando l’ufficialità della decisione al passaggio «nella prima riunione utile» della giunta provinciale.
Il dietrofront della Provincia
Ma alla fine l’esecutivo guidato da Fugatti ha preso in mano la pratica solo venerdì scorso, «nell’ultima riunione utile — nota il sindaco — prima dello scadere del comando». Con una scelta che ha colto di sorpresa il Comune: «La giunta — osserva il sindaco — ha deciso di prorogare il comando di Menapace di soli tre mesi. Smentendo così il proprio dirigente generale». E creando non pochi problemi all’amministrazione di via Belenzani. Che in poche ore ha dovuto rimetter mano alla governance (ieri scadeva il decreto di Ianeselli di nomina di Menapace in attesa, appunto, di indicazioni da Piazza Dante). Affidandosi a una figura interna. «Ringrazio tantissimo Menapace — sottolinea Ianeselli — per quanto ha fatto per il Comune: ha svolto un ruolo di direzione, ma anche di relazione con gli altri enti». Anche con la stessa Provincia. «Menapace — fissa dunque il quadro il sindaco — rimarrà con noi per un altro mese, per il passaggio di consegne».
La nuova dirigente
Poi, dal primo agosto, il testimone passerà a Franca Debiasi, attuale dirigente del Servizio risorse finanziarie e patrimoniali. «Debiasi — assicura il sindaco — sarà un’ottima direttrice generale. È una istituzione del nostro Comune: in questi anni ha dimostrato grande professionalità e una grandissima precisione. La sua profonda conoscenza dell’ente, unita a una solida preparazione trasversale, sarà garanzia di continuità e qualità». Di più: «La scelta di una figura interna è un segnale di apprezzamento per il personale del Comune».
«Un comportamento che ci ha messo in difficoltà»
Ma dopo aver annunciato i cambi al vertice (ieri, 30 giugno, la firma dei decreti), Ianeselli passa al giudizio politico della vicenda. Che è tranchant. «È evidente — dice — che questo comportamento ci ha messo in difficoltà. Abbiamo in corso una riorganizzazione della macchina amministrativa e abbiamo lavorato un mese con una prospettiva che non si è verificata». Non proprio una cosa da nulla: l’idea del sindaco era di chiudere il nuovo assetto entro giugno. Potenziando il comparto economico e lavorando per armonizzare i servizi alle nuove deleghe assegnate agli assessori. «Ma andiamo avanti comunque» chiarisce il primo cittadino. Lapidario nei confronti della Provincia. «Non stiamo parlando di una questione di rispetto nei confronti di una persona. Stiamo parlando di rispetto nei confronti dell’ente. E noi siamo il Comune di Trento: lo dico con orgoglio. Non siamo un ente che deve aspettare la compiacenza di altri. Come si fa a lavorare in questa maniera?».
Ianeselli è netto: «Per rispetto istituzionale, la proroga di Menapace per tre anni non doveva nemmeno essere discussa. Si trattava di un passaggio nelle cose». Come del resto sembrava riflettere il documento di Comper. «Ma se la giunta ha cambiato idea — rilancia Ianeselli — va chiesto a loro il motivo». Perché quello ufficioso, aggiunge, non sembra del tutto rispettoso. «La motivazione che ci hanno dato per questa differenza di tempi è che non ci avevano “messo su la testa”». Non ci avevano pensato, in sostanza. «Magari — ironizza il sindaco — tutte le discussioni sull’assegno per il terzo figlio hanno distratto dall’argomento. O forse non si sono raccordati tra Dipartimento e giunta. A questo punto, immagino che per Menapace sia previsto un incarico all’altezza del suo valore». E così sembrerebbe: nella delibera della giunta, pubblicata ieri sera, la proroga limitata al 30 settembre è motivata con «esigenze organizzative dell’amministrazione provinciale».
Uno sgarbo al Comune?
Rimane un punto fermo per il Comune. Anzi, due. Il primo: «Rinnovare un comando per un direttore generale per tre mesi, lasciando aperta la possibilità di una proroga senza alcuna sicurezza, è come dire “vi faremo sapere”. La riduzione dei tempi corrisponde a non dare dei tempi». La seconda: «Sono molto colpito della confusione che regna da quelle parti. Una confusione alla quale non vogliamo allinearci». Una questione che il sindaco non esita a definire «surreale». E che qualcuno ha letto anche alla luce delle tensioni che in questi anni si sono respirate tra Comune e Provincia. Sull’accoglienza, sugli impianti sportivi per fare qualche esempio. Quello di Menapace è dunque un nuovo sgarbo? «Non lo escluderei. Sicuramente mostra una considerazione del Comune pari a zero» conclude Ianeselli.
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1 luglio 2025 ( modifica il 1 luglio 2025 | 12:17)
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