
L’andamento — dal 2021 al 2023 — registra una flessione ovunque. E il grafico elaborato da Ispat (l’istituto di statistica della Provincia) sul «Tasso di crescita annuo del Pil reale per abitante» lo mostra plasticamente: in Italia si passa dal 9,5% del 2021 allo 0,8 del 2023, nel Nord-Est dal 9,7% allo 0,2. In Alto Adige, ancora, dal 6,5 allo 0,7, con il Veneto che scende da 9,7% a 0,7 e la Lombardia da 11% a 0,4. Ma è la linea che disegna il trend relativo al Pil pro capite del Trentino ad aver attirato subito le attenzioni delle opposizioni consiliari: il tasso provinciale, infatti, passa dal 7,4% del 2021 al meno 0,2 del 2023. L’unico territorio a dover rilevare un segno meno davanti. In un indicatore — quello del Pil — che già durante la recente discussione sull’assestamento di bilancio aveva infiammato il confronto tra il governatore Maurizio Fugatti e le minoranze. In Aula, tra i consiglieri più critici nei confronti dei dati forniti dal presidente della Provincia c’era Filippo Degasperi (Onda). Il quale aveva contestato a Fugatti il fatto di «rappresentare un mondo che non esiste». In un «racconto — aveva incalzato ancora Degasperi, puntando il dito proprio sulle dichiarazioni di Fugatti relative alla crescita del Pil — non sempre così fondato».
Degasperi: «Il Trentino retrocede»
E la tabella pubblicata lunedì 4 agosto da Ispat ha riacceso le scintille. «Ora chi può credere a Fugatti e alle sue visioni oniriche?» chiede il consigliere di Onda. «Questo meno 0,2% relativo al 2023 — è l’affondo di Degasperi — certifica il fallimento delle politiche della coppia Fugatti-Spinelli». Di più: «Vengono smentiti tutti i proclami di Fugatti circa i risultati della sua gestione, smentite le bugie sui “risultati ai vertici nazionali”, impietoso il confronto con l’Alto Adige (+0,7%)». Degasperi non usa giri di parole: «Il governatore, nei suoi annunci relativi alla crescita del Pil, avrebbe potuto usare toni meno trionfalistici, aspettando almeno di avere dati certi. E invece ha celebrato semplicemente le sue scelte». La conclusione è altrettanto aspra: «Il Trentino, per colpa di politiche che sostengono solo la rendita e il tornaconto elettorale, sta inesorabilmente retrocedendo. Esattamente come avevamo previsto». Con un ulteriore appunto: «Le categorie economiche — dice il consigliere di Onda — si sono presentate in audizione in commissione consiliare, nell’ambito dell’esame dell’assestamento di bilancio, riportando la stessa versione e gli stessi dati annunciati da Fugatti. Così dimostrano la loro affidabilità».
Zanella: «Dalla giunta politiche fallimentari»
Non concede sconti nemmeno Paolo Zanella. Che parte da un aspetto: «In Aula Fugatti aveva decantato la precisione della fotografia del territorio disegnata da Ispat rispetto all’Istat». I dati sul Pil pro capite, tutt’altro che lusinghieri, arrivano però proprio dall’istituto provinciale di statistica. «E questo — rilancia il dem — certifica che il Trentino non cresce, a causa di politiche fallimentari portate avanti da questa giunta». La stessa, attacca Zanella, «che a luglio 2024 aveva prospettato una crescita del Pil dell’1,3%»: «Ma anche guardando i dati del Pil generale e non quelli del Pil pro capite — analizza il consigliere pd — quella percentuale appare lontanissima: siamo allo 0,2% nel 2023, un punto percentuale in meno dell’Alto Adige. Il gap con la Provincia di Bolzano dunque rimane. E il Trentino non ha una struttura produttiva in grado di colmarlo». Scorrendo i dati Ispat sulla dinamica del Pil, se nel 2023 il Trentino registra uno 0,2%, l’Alto Adige conclude con un valore di 1,2%, mentre il valore nazionale è dello 0,7%,con il Nord-Est ferno allo 0,4%. Zanella parla di «quadro desolante»: «Cresciamo meno degli altri territori e tra tasse, inflazione e drenaggio fiscale si tolgono soldi a salari e pensioni». Salari, aggiunge Zanella, «che in Trentino mediamente sono più bassi che altrove». Di qui la critica, dura, rivolta ai vertici dell’amministrazione provinciale: «Fugatti ci ha raccontato solo una favola».
La linea di piazza Dante
Ma a ribadire la linea di Piazza Dante è Achille Spinelli. Che fissa un punto: «Faccio notare — dice l’assessore allo sviluppo economico — che stiamo parlando del Pil pro capite, che dunque riguarda l’eventuale dinamica del reddito ripartito sulla popolazione. Evidentemente, se c’è un movimento sulla popolazione, questo incide anche sul risultato pro capite». I dati, aggiunge Spinelli, confermano proprio questo scenario: «Nel 2023 abbiamo registrato una crescita del Pil dello 0,2% (sarebbe stato 0,3% con nuove regole) e nel contempo una crescita superiore della popolazione (+0,4%). Di conseguenza il Pil medio pro capite è calato dello 0,2%». Un andamento tutt’altro che critico, quindi, conclude l’assessore: «Nessun problema, anzi buone nuove sul lato crescita della popolazione, evidentemente a differenza di altri territori di riferimento».
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5 agosto 2025
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