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Trentino-Alto Adige, Comuni «paperoni» grazie al turismo: a Riva del Garda e Castelrotto vale oltre 400 milioni di euro

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Castelrotto, Riva del Garda e Selva di Val Gardena. Questi tre comuni insieme, grazie al turismo, generano una ricchezza pari a Bologna: circa 1,2 miliardi di euro. Ma è tutto il Trentino-Alto Adige che guadagna grazie al turismo, soprattutto per merito dei comuni più piccoli. Questa la fotografia che emerge dall’ultimo studio della società di ricerca Sociometrica, a cura di Antonio Preiti, dal titolo «La ricchezza dei comuni turistici 2025». Nel report è stato analizzato il valore aggiunto che ogni paese ha generato grazie al turismo nel 2024. Il calcolo è fondato sull’analisi delle presenze turistiche, ufficiali e «sommerse» (circa il 17% del totale, stime di Sociometrica) e sulle rielaborazioni del Conto Satellite del turismo, uno strumento metodologico che cattura l’ecosistema economico completo generato dalla spesa. In sostanza, non si studiano solo ristoranti e alberghi, ma tutti gli effetti che genera il visitatore sull’economia locale.

La classifica

Ma vediamo i numeri del turismo in Trentino-Alto Adige. Tra i primi 200 comuni per guadagni, dove Roma comanda con oltre 13 miliardi di euro di valore aggiunto, 26 sono altoatesini e 16 trentini. Spiccano Castelrotto (33esimo con 409,42 milioni, +37,55 milioni rispetto al 2022), Riva del Garda (34esimo con 404,24 milioni, +10 milioni) e Selva di Val Gardena (48esimo con 316,25 milioni, +24,08 milioni). Altri comuni classificati in alto sono Badia (54esimo con 294,24 milioni, +19,61 milioni) e Merano (56esimo con 289,56 milioni, in calo di 1,01 milioni rispetto al 2022). I due capoluoghi, Trento e Bolzano, sono rispettivamente al 58esimo e al 78esimo posto con 285,65 (+29,48 milioni rispetto al 2022) e 235,26 milioni di euro (+34,9 milioni).

Un quadro più che positivo

In pratica, il quadro che viene fuori dall’analisi di Sociometrica è più che positivo per le aree montane: la crisi delle destinazioni balneari dell’Adriatico ha portato alla ribalta l’eccellenza delle realtà montane e lacustri. «Rappresentano l’avanguardia del turismo sostenibile e di qualità. Le perle dell’Alto Adige e i gioielli del Lago di Garda dimostrano come l’integrazione virtuosa tra sostenibilità ambientale, wellness tourism e personalizzazione dei servizi possa generare performance eccezionali — è spiegato nello studio —. Queste destinazioni hanno saputo anticipare i trend del “conscious tourism”, posizionandosi come laboratori di innovazione per un turismo che privilegia l’autenticità, il benessere e la qualità complessiva del soggiorno».

Negli ultimi dieci anni il turismo ha registrato aumenti record, con ben nove località della regione autonoma nella top 30 delle destinazioni con il maggiore aumento di visitatori: Bolzano (+68%) si trova al nono posto, mentre Bressanone (64,1%) è al decimo. «Emerge il ruolo essenziale dell’ospitalità organizzata per centinaia di comuni montani, che senza il turismo non potrebbero garantire un adeguato livello di vita collettiva e rischierebbero lo spopolamento, destino che invece colpisce le comunità montane prive di vocazione turistica», ha spiegato Preiti.

Gli albergatori trentini

Giovanni Battaiola, numero uno degli albergatori trentini, non può che guardare soddisfatto al report pubblicato da Sociometrica, arrivato il giorno dopo le ultime previsioni del Pil che hanno confermato l’importanza del turismo nell’economia provinciale. «Questi dati confermano che in molti comuni italiani di piccole dimensioni, il turismo rappresenta il motore economico quasi esclusivo», ha detto Battaiola. Che ha aggiunto: «Il turismo non si limita dunque a portare ospiti e indotto economico, ma diventa una leva strategica per lo sviluppo equilibrato e armonioso del territorio, rafforzandone l’identità e sostenendone la crescita sociale e culturale».

Per alcuni comuni molto piccoli, l’alto afflusso di visitatori si traduce anche in un ingente guadagno pro capite ipotetico. In questa specifica classifica, nelle prime cinque posizioni, quattro sono occupate dal Trentino-Alto Adige. A parte il primo posto di Limone sul Garda (241mila euro pro capite), gli altri comuni sono: Campitello di Fassa (169,8mila euro pro capite), Andalo (165,7mila), Corvara in Badia (163,2mila) e Mezzana (138mila).

Le condizioni dei lavoratori

Ma se da un lato, i numeri sul valore aggiunto dipingono una terra a trazione turistica, dall’altro lato i sindacati lamentano le condizioni dei lavoratori del settore che aiuta il Trentino-Alto Adige a generare un’elevata ricchezza. «Il turismo continua a generare volumi e incassi, ma i benefici non si traducono in retribuzioni dignitose, contratti stabili e diritti effettivamente esigibili. È un modello che vive di numeri da esibire nei comunicati istituzionali, ma che lascia irrisolto, se non aggravato, il problema strutturale del lavoro povero», hanno dichiarato i sindacati Cgil-Filcams, Cisl-Fisascat e Uiltucs. I rappresentanti dei lavoratori affermano che, se il turismo «è davvero il motore dell’economia», allora si dovrebbe puntare a garantire «migliori tutele» e un salario che «riconosca il valore» del lavoro. Per questo motivo i sindacati hanno chiesto di aprire un confronto con la Provincia di Trento: «Oggi è il momento di decidere se vogliamo continuare a nascondere le contraddizioni dietro le percentuali di crescita o se vogliamo finalmente costruire un’economia che non si limiti a produrre Pil, ma generi benessere diffuso, stabilità e dignità per chi lavora». E hanno aggiunto: «Noi non abbiamo dubbi: senza lavoro giusto e salari adeguati, il futuro del turismo trentino non sarà fatto di record, ma di crisi annunciate».


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9 agosto 2025

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