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Tre morti in 4 weekend, Brambilla: «Troppo alto il tributo pagato alla caccia, verifiche sull’idoneità di chi la pratica»

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Anche ieri la cronaca ha segnalato un incidente di caccia che ha purtroppo causato la perdita di una vita umana. È accaduto a Faedis, in provincia di Udine, in un bosco dove un cacciatore di 70 anni è stato accidentalmente colpito da un compagno. Diventano dunque tre le vittime da quando la stagione venatoria è ripartita in tutto il territorio nazionale, a metà settembre. Un numero che statisticamente è rilevante, secondo la presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, Michela Vittoria Brambilla.
 

«Quattro domeniche e tre morti – evidenzia la deputata -: che la caccia fosse anacronistica, crudele e pericolosa si sapeva, ma forse è arrivato il momento di intensificare i controlli su chi la pratica e rivalutare i rischi per tutti, a maggior ragione, per chi frequenta pacificamente boschi e campagne o ha sfortuna di trovarsi in un’area presidiata dalle doppiette». «Oltre all’enorme tributo in vite animali – prosegue Brambilla – e oltre ai danni per la biodiversità e dell’ambiente, che a mio avviso basterebbero per fermare la caccia, c’è anche da chiedersi, e dovrebbero chiederselo innanzitutto le autorità di pubblica sicurezza, se chi pretende di maneggiare le potenti armi per uso civile oggi sul mercato sia davvero in grado di farlo, abbia le conoscenze necessarie e i riflessi a posto. Interrogativo quanto mai pertinente se si considera che buona parte dei circa 500mila cacciatori superstiti, dopo l’età d’oro degli anni Ottanta, ha ben più di sessant’anni. In uno Stato giustamente attento ad evitare la circolazione di massa delle armi in stile Usa, il lassismo verso i cacciatori è sorprendente».

Il primo incidente della stagione 2025-2026 si era verificato proprio in occasione della riapertura: un cacciatore di 46 anni era stato colpito e ucciso da un proiettile di rimbalzo nei boschi della zona di Carrù, nel Cuneese, colpito da un proiettile di rimbalzo sparato da un altro partecipante alla stessa battuta di caccia al cinghiale. Il 5 ottobre, invece, a Locana, in provincia di Torino, un 82enne è stato colpito da «fuoco amico»: un compagno di caccia gli avrebbe sparato avendolo scambiato per un animale. Infine l’incidente di ieri a Faedis. Va poi segnalato l’episodio di Mombasiglio, ancora una volta nel Cuneese, dove una rosa di pallini ha centrato un cacciatore. A sparare, per errore, sarebbe stato il figlio. L’uomo fortunatamente non ha perso la vita. 

Tra le vittime non umane ma comunque non previste della caccia c’è anche un raro esemplare di picchio nero, specie non cacciabile, che venerdì è stato soccorso dalla polizia provinciale di Brescia che lo ha affidato al Centro recupero animali selvatici del Wwf a Valpredina. «L’animale è giunto in condizioni critiche – spiega una nota dell’associazione . È risultato colpito da cinque pallini da caccia, come confermato dagli esami radiografici e presentava una frattura all’ala sinistra. Nonostante le cure ricevute, il picchio è morto a causa delle gravi ferite». Il Wwf fa però notare come non si tratti di un episodio isolato: «In queste prime settimane di stagione venatoria, il nostro Cras ha già accolto numerosi animali protetti feriti da fucilate, oltre a uccelli sequestrati dalle autorità perché detenuti illegalmente. Una situazione che si ripete ogni anno, in particolare nelle province di Brescia e Bergamo, dove il fenomeno del bracconaggio assume proporzioni allarmanti». Ma secondo l’associazione il confine tra caccia e bracconaggio – la prima è un’attività legale, il secondo invece è un reato – rischia di non apparire così netto come dovrebbe essere.  «Spesso – rileva l’associazione animalista – il mondo venatorio si limita a ribadire che caccia e bracconaggio sono due cose diverse, così lavandosene le mani e ignorando del tutto il problema e alimentando un senso di impunità tra chi continua a sparare a qualsiasi cosa si muova, a tappezzare le valli di reti e trappole e a trafficare animali vivi e morti per ottenere profitti illeciti».

Tre morti in 4 weekend, Brambilla: «Troppo alto il tributo pagato alla caccia, verifiche sull'idoneità di chi la pratica»

13 ottobre 2025

13 ottobre 2025

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