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Tracmec chiude e porta tutto in Cina, la protesta dei lavoratori arriva all’autodromo di Imola: «Stop ai 45 licenziamenti»

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Presidio dei dipendenti della Tracmec all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola. La mobilitazione è legata all’avvio della procedura di 45 licenziamenti collettivi annunciato nei giorni scorsi dalla società di Mordano, nel Bolognese — in portafoglio alla tedesca Bauer Group — che intende delocalizzare la produzione in Asia e chiudere lo stabilimento emiliano in cui vengono prodotti macchinari per l’industria estrattiva e delle costruzioni.

«Mobilitazione a tutti i livelli»

«Abbiamo portato la voce dei lavoratori in un contesto internazionale, quello del Wec», il World Endurance Championship in corso sul circuito romagnolo in questo fine settimana — spiegano in una nota la Fiom-Cgil Imola e la Fim-Cisl Amb — per manifestare e ribadire a Tracmec e al gruppo multinazionale Bauer, l’intenzione di procedere con la lotta e la mobilitazione a tutti i livelli. 

«È inaccettabile che 45 famiglie debbano subire la decisione presa, in un territorio dove il Patto per il lavoro e le istituzioni si sono fatte sempre portatrici di coesione e di tenuta sociale. Istituzioni — osservano i due sindacati — che ringraziamo per aver da subito garantito supporto e sostegno in questa vertenza».

La comunicazione a sorpresa dell’azienda

Presenti all’autodromo, tra gli altri, Marco Panieri sindaco di Imola e presidente del Circondario; Nicola Tassinari, sindaco di Mordano con la Giunta; Fabrizio Castellari consigliere regionale del Pd. Mercoledì la proprietà ha annunciato la decisione di delocalizzare la produzione in Asia, chiudendo lo stabilimento e licenziando i 45 dipendenti. 

Una comunicazione arrivata a sorpresa dai vertici del gruppo tedesco Bauer Group in un incontro che, invece, avrebbe dovuto dare l’avvio delle trattative per il rinnovo dell’integrativo aziendale nell’azienda che produce macchinari per l’industria estrattiva e delle costruzioni, in particolare di sottocarri e cingolati. 

Lo stabilimento della Tracmec, hanno fatto sapere i vertici aziendali, produrrà fino ad agosto, poi la produzione si sposterà in altri Paesi a partire dalla Cina. A pesare nella scelta, secondo il management della società, sono stati il calo degli ordini e i costi non più sostenibili.

L’assemblea dei lavoratori

Nei giorni scorsi i lavoratori si sono riuniti in assemblea per decidere le azioni di protesta contro la chiusura dello stabilimento e i licenziamenti. I lavoratori hanno iniziato gli scioperi e anche svolto un presidio davanti ai cancelli dell’azienda alla quale ha partecipato anche il parroco di Mordano. «Metteremo in campo tutte le azioni necessarie per far cambiare idea all’azienda, a partire dalla richiesta di apertura dei tavoli istituzionali e dal proseguimento della mobilitazione dei lavoratori», hanno fatto sapere i sindacati.


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20 aprile 2025

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