
Elly Schlein spinge sull’acceleratore. Vuole chiudere in fretta la partita delle Regionali, almeno lì dove i candidati ci sono già, ma per un motivo o per l’altro non si è riusciti a ufficializzarli. Intende rendere pubblica la candidatura di Roberto Fico al massimo tra una settimana.
Per questa ragione, ieri ha passato tutta la giornata tra riunioni e telefonate con i dirigenti locali del Pd interessati al voto d’autunno, ma anche con Giuseppe Conte. In Toscana, per esempio, Eugenio Giani è l’unico in campo e domani la direzione regionale dem formalizzerà la sua candidatura.
Avrebbe voluto essere della partita anche Conte, ma l’altro ieri la riunione online del Movimento 5 Stelle organizzata per arrivare a una soluzione è terminata all’una di notte con un nulla di fatto. Il M5S si è spaccato, con Livorno, Empoli e Carrara determinati a dire di no alla ricandidatura del governatore della Toscana. Perciò il giorno dopo l’ex premier spiega: «Per noi sarebbe un sacrificio enorme perché abbiamo contrastato le politiche di Giani, ho certificato con mano che i 5 Stelle sono ancora dilaniati e per questo ho proposto un voto online su questa decisione in modo che tutti gli iscritti si possano esprimere». Non è improbabile che l’esito di quella consultazione arrivi dopo la direzione regionale del Pd, ma comunque i dem andranno avanti.
In Campania, la regione su cui Schlein vuole chiudere più velocemente possibile per non continuare il braccio di ferro con Vincenzo De Luca che rischia di logorare la sua immagine e quella del partito, Conte ha capito che deve rivolgersi direttamente al governatore. Lo ha fatto anche ieri, in una diretta Facebook in cui rivendica la guida della regione, stando però ben attento a non polemizzare con De Luca, pur smentendo di aver «siglato un patto segreto» con lui: «In quella regione abbiamo dieci anni di governo del Pd, io ho detto che noi siamo disponibili a governare il cambiamento. Però senza nessuna furia iconoclasta rispetto al passato, non vogliamo ripartire da zero».
Dal canto suo, De Luca ha chiesto nel frattempo delle garanzie a Schlein: la fine del commissariamento del Pd campano con conseguente congresso, la segreteria del partito regionale per il figlio Piero e la possibilità di presentare una sua lista, sulla scia di quello che vuole fare con la Lega Luca Zaia in Veneto. È su queste condizioni che Schlein ha lavorato ieri per mandare in porto la «pratica Campania».
C’è poi la Puglia. Antonio Decaro non ha inviato nessun segnale. È convinto che non debba essere lui a «sciogliere la riserva» ma il Nazareno richiamando all’ordine Michele Emiliano, che vuole candidarsi a consigliere. Non vorrebbe nemmeno Nichi Vendola, l’ex sindaco di Bari, ma è conscio del fatto di non poter imporre condizioni a un partito alleato come Avs. Vorrebbe, però, un atto di coraggio da parte di Schlein. E Conte gli viene incontro: anche l’ex premier intende fare a meno di Emiliano nel consiglio regionale pugliese. Non lo dice chiaro e tondo ma lo fa capire bene quando sponsorizza la candidatura di Decaro «In Puglia siamo in una situazione di stallo, vorrei che il Pd ci desse un segnale chiaro. Noi possiamo entrare in coalizione, ne siamo desiderosi, ma nel segno di un reale ed effettivo cambiamento. Bisogna cambiare pagine e noi riteniamo che Decaro abbia le carte in regola per essere il migliore interprete di questa prospettiva».
Ultimo capitolo, il candidato alla guida della Calabria. Avs lo rivendica per sé con Mimmo Lucano, i dem della regione chiedono uno dei loro, cioè o il segretario regionale Nicola Irto o il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. Dopo il no di Nicola Gratteri, che nonostante abbia lasciato a un certo punto uno spiraglio aperto, lo ha subito richiuso, il M5S spera di convincere Pasquale Tridico. L’ex presidente dell’Inps è molto combattuto. Ritiene che sarebbe un tradimento dei suoi elettori volare via dall’Europarlamento per tentare l’avventura calabrese. Che, sia detto per inciso, è tutt’altro che facile, visto che il candidato del centrodestra, Roberto Occhiuto, è molto forte. Il Pd non sarebbe contrario all’operazione Tridico, tanto che lunedì da Bruxelles rimbalzava la notizia di una telefonata tra lui e Schlein.
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5 agosto 2025
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