
Tim e Poste italiane si preparano a sbarcare insieme sul mercato dei servizi digitali. Il gruppo guidato da Pietro Labriola e la società pubblica hanno firmato un memorandum per la creazione di una joint venture strategica focalizzata sui servizi cloud di nuova generazione e sulle applicazioni di intelligenza artificiale generativa, basate su tecnologie open-source e piattaforme sovrane.
Gli equilibri societari
La lettera d’intenti delinea la cornice dell’intesa e secondo gli accordi la costituzione della nuova società avverrà nel corso del 2026. Tim avrà il 51% e Poste il 49%. Un aggiornamento più dettagliato è atteso a febbraio 2026 con la presentazione del piano industriale di Tim.
Gli obiettivi
Si tratta della prima iniziativa congiunta dopo l’ingresso di Poste come primo azionista di Tim. Il gruppo telefonico ha iniziato anche a vendere servizi luce e gas di Poste e l’anno prossimo Poste Mobile migrerà sulla rete Tim, ma la nuova società segna il debutto di Poste e Tim insieme sul mercato corporate e si inserisce nel piano di alleanze industriali su cui si stanno confrontando i due gruppi, con l’obiettivo di rafforzare la filiera tecnologica italiana e creare un polo capace di sostenere la sovranità digitale del Paese.
Le soluzioni
La joint venture punta a consolidare il ruolo dei due gruppi come leader della digitalizzazione del Paese, migliorando le capacità di integrazione dei sistemi e accelerando lo sviluppo e la fornitura di soluzioni basate su cloud e AI open source. Per Labriola si tratta inoltre di una mossa attraverso cui può rafforzare il ruolo di Tim Enterprise come principale piattaforma Ict nazionale e come player di riferimento nei progetti sovrani e di trasformazione digitale.
4 novembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4 novembre 2025
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