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«The Order», due ideali di America a confronto che fanno paura (voto 7 e mezzo)

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«The order», uno dei film più visti su Prime Video, proiettato alla Mostra di Venezia, è di una sconcertante attualità, vero nel passato perché racconta una storia vera, quella dell’organizzazione terroristica neo nazista The order nel 1983 ma rispecchia anche la rivoluzione politica di oggi, specie se guardiamo proprio all’America.

 Ispirato a un saggio di Flynn e Gerhardt, all’inizio sembra quasi un poliziesco «normale», ma vediamo subito che nella banda criminale che sta organizzando attentati, rapine, incendi, peggio del Ku Klux Klan, c’è un profondo odio razziale verso i neri e anche gli ebrei, la voglia di sovvertire l’intero ordine democratico del paese, come un collettivo assalto a Capitol Hill, addì Washington 2021. 

Quindi non è qualche malvivente o criminale, ma un’organizzazione che vuole davvero mutare l’ordine, come dice il titolo, muovendo una guerra contro il governo degli States. Sembra il film d’un neurone specchio, rispetto a ciò che sta avvenendo, preveggenza di Justin Kurzel, registra australiano che tiene la violenza del mondo oggi sotto la sua personale lente di ingrandimento. Movimentato come un poliziesco in un ambiente quasi western, con un baffuto e stanco Jude Law che fa l’eroe, un agente dell’FBI praticamente solo contro questa banda che rischia di mandare in tilt le regole del mondo civile, il cui capo è un altrettanto bravo e allarmante Nicholas Hout (il Giurato n. 2 di Eastwood).

 Certo un film che piace alla critica ma che è destinato a scontentare molto del pubblico a stelle e strisce, visto come sono andate le cose (incasso magro, 2,2 milioni di dollari) anche per l’elemento profetico che contiene. Non si scava molto nella psicologia, i due protagonisti sono la somma dei tanti eroi e non eroi del cinema, solo che ora hanno un’impressionante legame con la realtà, quella in cui Trump ha avuto più successo. 

Se andiamo indietro c’è un altro film profetico, uscito solo su Netflix, «Elegia americana» che è la storia della triste adolescenza di J. D. Vance, oggi vice presidente degli Stati Uniti, dopo aver cambiato casacca. Il film di Kurzel è nato da un libro saggio ed all’interno elogia e glorifica un altro libro, «The Turner diaries», in cui non c’entra il famoso pittore, ma gli ideali di un suprematista bianco che ha dato il via a questa filosofia soprattutto razzista che ha animato nel corso del secolo, molti uomini armati che hanno spesso ucciso molti disarmati. 

Nel film ci sono, e fanno spesso davvero paura,
due ideali di America a confronto, una stanca e depressa, l’altra che combatte con rabbia in nome dell’ingiustizia etnica arrivando alla consacrazione del Male, come avviene nella storia, con un incendio finale alla Poe.

23 aprile 2025

23 aprile 2025

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