
Brindano i sovrintendenti dei teatri lirici italiani, e si preparano alla danza delle ore, dopo l’attesa approvazione di un emendamento che riforma la legge sull’età massima per ricoprire questo ruolo.
Il 10 maggio 2023 era stato approvato un decreto-legge che fissava la decadenza immediata dei sovrintendenti dei teatri lirici al compimento dei 70 anni, legge apparsa subito controversa e poi bocciata dalla Corte Costituzionale. Fu pensata apposta, si disse, per sollevare il sovrintendente Stéphane Lissner dal Teatro San Carlo di Napoli e mettere al suo posto Carlo Fuortes, che si era «dimesso» dalla Rai.
Fuortes si insediò, Lissner fece ricorso, vinse e tornò al proprio posto. Fuortes fu poi nominato al Maggio Musicale Fiorentino. A pagare le conseguenze di quella legge è stato un altro francese, Dominique Meyer, che nello scorso febbraio non è stato rinnovato alla Scala tenuto conto che sarebbe decaduto solo cinque mesi dopo, nell’agosto 2025, al compimento dei 70 anni.
L’emendamento parlamentare a firma di Federico Mollicone (presidente della Commissione Cultura della Camera) ha da ieri modificato questa legge stabilendo che l’incarico di sovrintendente non possa essere «conferito a chi ha compiuto 70 anni», ma consente di rimanere in carica «per tutta la durata del mandato in corso» a coloro che hanno ricevuto un incarico prima dei 70 anni. Questo decreto riscrive storia e destino dei sovrintendenti.
Meyer ha «perso» la Scala due mesi fa e non sappiamo cosa sarebbe accaduto se l’emendamento Mollicone fosse, allora, già stato in essere. Tuttavia, Meyer non ha ancora compiuto 70 anni e, fino ad agosto, potrebbe esser nominato in un altro teatro. Per esempio, proprio al San Carlo di Napoli, dove Lissner ha finito il suo mandato il primo aprile.
Al posto di Meyer, alla Scala è stato nominato Ortombina, Fortunato di nome e di fatto: certo di poter svolgere un solo mandato, che scadrà a febbraio 2030, scopre ora di poterne avere un secondo a disposizione, poiché compirà 70 anni quaranta giorni dopo. Stessa sorte per Fuortes, che scade a Firenze nel marzo 2029 e compie settant’anni cinque mesi dopo.
Idem per Francesco Giambrone, che finisce all’Opera di Roma nel dicembre 2026 e gli restano quattro mesi prima del compleanno. Alla Fenice di Venezia, il ministro Alessandro Giuli ha nominato un mese fa il 68enne Nicola Colabianchi, che aveva solo mezzo mandato davanti a sé. Adesso può superare i 70, a meno che non si dimetta prima e il Cda lo insedi con nuovo contratto.
È possibile che, d’ora in poi, i sovrintendenti cerchino di strappare un incarico intorno ai 69 anni. L’emendamento Mollicone ha inoltre escluso le Fondazioni lirico sinfoniche dalla riduzione del turn over, ovvero dal fissare un limite massimo alla possibilità di assumere personale a tempo indeterminato per compensare le uscite del personale di ruolo nell’anno precedente, come previsto dalla legge approvata il 30 dicembre scorso.
Si evita così di assimilare le Fondazioni liriche, che sono di diritto privato, al settore pubblico. Va, tuttavia, ricordato che le risorse distribuite dal Fondo Unico per lo spettacolo non possono essere utilizzate a copertura del personale, solo per quella dei costi per le attività .
19 aprile 2025
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