Il gruppo è eterogeneo. Ci sono sviluppatori di software, esperti di marketing, facilitatori burocratici, consulenti fiscali, venditori, manager e tributaristi. L’obiettivo però è uno solo: semplificare radicalmente la dichiarazione dei redditi per i cittadini.
Sono i «commercialisti digitali», gruppi di professionisti con diversi retroterra professionali che, grazie alle app (e oggi anche all’intelligenza artificiale), affiancano fiscalisti e Caf. Offrono servizi veloci, sicuri e con tariffe più basse, alle partite Iva e tra poco anche a dipendenti e pensionati.
Insomma, le dichiarazioni dei redditi in un’app da scaricare sul computer ma anche sullo smartphone o il tablet.
I fondi
Un esempio significativo è Quickfisco srl, una startup milanese fondata nel 2020. La società inglese Albemarle asset management è entrata lo scorso marzo nel capitale attraverso un proprio fondo, investendo un milione e mezzo di euro da erogare in tre tranche entro il giugno 2026.
Fra i soci di Quickfisco srl c’ è Massimo Paolo Gentili, fondatore di Gentili & Partners, commercialista e revisore contabile in Italia e Lussemburgo. «È questo il futuro della fiscalità — dice —. L’ingresso del fondo darà una spinta determinante a Quickfisco».
Quickfisco gestisce l’app omonima che offre diversi servizi digitali, dalla dichiarazione dei redditi alla fatturazione elettronica, fino agli strumenti predittivi per la stima delle imposte. L’app si può scaricare sullo smartphone con sistemi operativi sia Apple (iOs) sia Android, inoltre vi si può accedere dal sito Internet attraverso il computer (www.quickfisco.it).
«Offriamo un servizio completo — spiega il direttore generale e cofondatore della società Gianluca Tirri, 37 anni, laurea in Economia all’università di Siena e master al Politecnico di Milano in management —. Il nostro team di una trentina di persone, infatti, riesce ad assistere il cliente in tempo reale eliminando code, necessità di appuntamenti fisici, eventuali incomprensioni. È un nuovo modo di gestire la fiscalità. Si risparmia tempo e si guadagna in efficacia, con un approccio digitale sempre più apprezzato dal mercato». Il servizio, per ora, è rivolto ai lavoratori autonomi con partite Iva in regime forfettario, ma Quickfisco sta per allargare l’offerta, nel giro di un anno, a tutte le partite Iva, ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Il costo è competitivo rispetto ai commercialisti tradizionali, 365 euro all’anno per le partite Iva in regime forfettario. Oggi l’azienda dichiara tremila clienti, l’obiettivo è raggiungere i 15 mila in tre anni.
Il mercato, l’offerta
La previsione non pare azzardata. Secondo le proiezioni di Sensor Data.ai-Sensor Towers, la spesa nel mondo consumer attraverso le app sfiorerà, esclusi i giochi, i 145 miliardi di dollari nel 2030 con un tasso medio di crescita annuo (Cagr) dell’11% (nel 2024 la spesa è stata di 64 miliardi). E il fisco è ritenuto un segmento in crescita. In Italia nel 2023 (i dati del 2024 non sono ancora disponibili), in generale, gli acquisti via app hanno raggiunto quota 2,95 miliardi di dollari, con una previsione di crescita a 7,83 miliardi di dollari entro il 2030 (Cagr del 15%).
Quickfisco non è l’unica ad operare nel settore digitale della dichiarazione dei redditi. Ci sono anche le app e i servizi di Smart Caf, 730 Online, BonusX e di CaF Online: Caf digitali che usano le app per la dichiarazione dei redditi, ma non offrono servizi di consulenza fiscale come i commercialisti digitali. Quest’ultimi, infatti, sono intermediari abilitati dall’Agenzia delle entrate a trasmettere le dichiarazioni; allo stesso tempo sono idonei a offrire un servizio completo di gestione contabile e fiscale per le persone fisiche titolari di partita Iva, attraverso piattaforme digitali che comprendono servizi diversificati come la fatturazione elettronica. Della stessa categoria, oltre a Quickfisco, ci sono Forfettapp, FidoCommercialista, Xolo.
Gli aggregatori, l’intelligenza artificiale
Infine ci sono i marketplace, piattaforme aggregatrici, come Fiscozen e Flextax, che non sono intermediari abilitati e non possono inviare autonomamente la dichiarazione dei redditi, ma si devono avvalere di commercialisti partner. «Stiamo implementando nel nostro software strumenti di intelligenza artificiale – dice Tirri – ma con assoluta prudenza. L’uso dell’Ai generativa come assistente ai nostri consulenti fiscali e operatori del customer service è probabilmente la soluzione migliore per assistere i clienti, ma il suo impiego non deve essere invasivo. Stiamo inoltre lavorando al machine learning, da introdurre nelle nostre piattaforme per analizzare grandi volumi di dati. L’obiettivo è fare previsioni sull’evoluzione del business dei nostri clienti».
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15 giugno 2025 ( modifica il 15 giugno 2025 | 07:44)
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