
Ha tagliato le orecchie al suo cane senza alcuna motivazione medica. La scoperta è avvenuta a Monteforte Irpino, in provincia di Avellino, dove durante un controllo i carabinieri del Nucleo forestale hanno notato la mutilazione subita da un pastore del Caucaso di sette anni.
Stando alle prime ricostruzioni, il proprietario avrebbe effettuato il taglio delle orecchie – denominato tecnicamente «conchectomia bilaterale» – senza che l’animale avesse esigenze mediche. Il padrone, un uomo di 59 anni originario della zona, é stato perciò denunciato per maltrattamento di animali alla Procura di Avellino.
In Italia le pratiche dell’amputazione delle orecchie, come anche quella della coda (che in gergo scientifico viene denominata «caudectomia») sono assolutamente illegali. Questo perché, in assenza di una comprovata esigenza di salute, si sottopone l’animale a una sofferenza ingiustificata. Ma anche, nel caso del padiglione auricolare, di amputazioni di estremità vitali del corpo, composte da vari tessuti, come cute, cartilagine, vasi sanguigni e nervi. Nonché a una fase post operatorio lunga e non sempre priva di complicazioni.
Perciò, l’articolo 10 della Convenzione europea di Strasburgo per la protezione degli animali da compagnia (ratificata dall’Italia nel 2010 con Legge n. 201/2010) prevede che «gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi debbono essere vietati, in particolare: il taglio della coda; il taglio delle orecchie; la recisione delle corde vocali; l’esportazione delle unghie e dei denti».
Divieti ai quali, come prosegue il testo, «saranno autorizzate eccezioni solamente: se un veterinario considera un intervento non curativo necessario sia per ragioni di medicina veterinaria, sia nell’interesse di un determinato animale; e per impedirne la riproduzione». Pertanto, chiunque violi tale norma, che esso sia un allevatore, un detentore o persino un medico veterinario, é perseguibile dalla legge.
Tuttavia, nonostante ciò, non manca chi decide lo stesso di eseguire sui cani la «conchectomia bilaterale». Una decisone spesso dettata dall’estetica, che porta allevatori o padroni di cani – appartenenti soprattutto a razze come Dobermann, Pitbull, Cane Corso o Dogo Argentino – a modificare chirurgicamente i loro connotati, per accentuare precisi tratti o espressioni con la volontà di farli rientrare in standard di razza o rendere il loro aspetto più aggressivo alla vista.
Ma non solo: tra le motivazioni, la più brutale é quella che vede la rimozione di queste parti di corpo ritenute «sporgenti», perché costituiscono punti potenzialmente vulnerabili per gli esemplari sottoposti a scontri organizzati. Appigli ai quali i cani avversari possono aggrapparsi per averla vinta. Un inaccettabile reato nel reato, dunque, che comporta accanto al crimine della mutilazione, anche quello dei combattimenti clandestini tra animali.
In ogni caso, la legge è chiara e non esistono giustificazioni (fatta eccezione per comprovate esigenze mediche) valide per sottoporre gli animali all’amputazione di orecchie e coda.
9 ottobre 2025 ( modifica il 9 ottobre 2025 | 15:55)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
9 ottobre 2025 ( modifica il 9 ottobre 2025 | 15:55)
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