
Politico, sfumettante, antologico, geneticamente definito. Superman 2025 non è il solito tontolone alieno piovuto dal pianeta Krypton, adottato da una famiglia di contadini del Kansas, divenuto grazie al sole giallo terrestre un invulnerabile supereroe pronto a salvare il mondo dalla distruzione, il primo, inconfondibile, muscoloso, griffatissimo ultradotato DC Comics, il più amato e sbertucciato. Una maschera, il simbolo dell’America sentinella globale trasferitosi dalle strip al cinema nel 1978 grazie a Richard Donner che trasformò il personaggio di carta creato da Jerry Siegel e Joe Shuster nel 1933 in un’icona della contro-cultura pop attraverso i volti mascelluti di Christopher Reeve prima ed Henry Cavill poi. No, non è solo questo. La metamorfosi operata da James Gunn propone un punto di vista rivoluzionario (si fa per dire, eh). Superman è un immigrato interstellare di fronte a una missione speciale. Per la prima volta ficca il naso in una guerra e tenta di fermare un’invasione, contro un odioso dittatore.
Per la prima volta il kryptoniano rosso-mantellato pensa e si comporta in un’ottica progressista, ambientalista, animalista, ovviamente pacifista: si allontana da Captain America, resta un metaumano costretto a confrontarsi con l’ostilità diffusa nei confronti degli stranieri, i diversi, l’ignoto. Lex Luthor (Nicholas Hoult), il rivale storico, è un tycoon dell’informazione, manovra l’intelligenza artificiale e presiede una multinazionale del malaffare.
Superman non è l’Uomo d’acciaio invincibile e spaccatutto, ma un ragazzone fragile, in pieno conflitto di coscienza, bisognoso d’affetto, prigioniero di una cosmica solitudine e di un planetario senso di colpa, per niente sicuro di compiere la cosa giusta. Stavolta poi è di fronte a una clamorosa rivelazione che riguarda il messaggio con cui i genitori kryptoniani lo lanciarono verso la Terra. Fare del bene appartiene alla sfera dell’istinto o del ragionamento? Clark Kent, l’identità segreta, Lois Lane, la fidanzata, le star assortite della Justice Gang – Hawkgirl (Isabela Merced), Mr. Terrific (Edi Gathegi), Metamorpho (Anthony Carrigan), Lanterna Verde (Nathan Fillion) – sono una famiglia sgangherata / allargata ma Superman è un eroe solitario. Il più terribile dei mostri che lo fronteggia è un clone di sé stesso: a suon di pugni, quel demonio lo mette di fronte alle sue responsabilità di salvatore. Lo vediamo nella sequenza iniziale cadere sulla neve dell’Antartide dopo un’epica battaglia in cui ha avuto la peggio. Krypto lo raccoglie ansimante e ferito, lo trascina nella Fortezza della Solitudine, tra robot anaffettivi e schermi virtuali che ossessivamente rimandano allo stallo globale.
I media strillano, Metropolis rischia grosso, e così il Daily Planet di Perry White (Wendell Pierce) e Jimmy Olsen (Skyler Gisondo). Storie di dei e mostri: Luthor l’invidioso guarda la città dal castello degli orrori come un Caligola qualsiasi, infastidito dalla fidanzata Eve (Sara Sampaio). Fornisce armi a uno stato immaginario, la Boravia, affinché invada il piccolo Jarhnapur (vi dice niente?). Si fa assistere dall’erinni Engineer (Maria Gabriela de Faria), capace di penetrare nel cervello delle sue vittime. È il re degli universi-tasca. Ma la sua arma più efficace è la mistificazione, la calunnia, la demolizione della verità e il bersaglio finale è sempre il meschinello volante.
Rinascimentale sul piano formale, assai costoso (250 milioni di dollari) e lunghetto (130 minuti sodi), Superman è il primo capitolo di una trilogia che si propone di scompaginare la leggenda. Il trentenne David Corenswet è l’eroe rossazzurro che ci accompagnerà verso gli Anni Trenta, per ora senza infamia e senza lode. Ha l’aria da buono, fin troppo, ma quando c’è da fare a pugni, ribaltare camion, sbudellare mostri e salvare bimbe e vecchiette non lo batte nessuno. Nicholas Hoult è il calvo Luthor mentre Rachel Brosnahan è una Lois Lane capace di attraversare quel putiferio tutto al maschile e di trasformarsi per amore del bamboccione da fragile reporter in eroina smart alla guida di un disco volante.
SUPERMAN di James Gunn
(Usa, 2025, durata 129’, Warner Bros. Pictures Italia)
con David Corenswet, Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Nathan Fillion, Isabela Merced, Wendell Pierce, Skyler Gisondo
Giudizio: 3 ½ su 5
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