
«Stile Alberto» è un viaggio alla scoperta di Alberto Arbasino (1930-2020), tra i più grandi scrittori italiani del dopoguerra e figura unica della cultura nazionale. Brillante e spietato sulla pagina, mondano e ironico nei salotti, schivo nella vita privata: Arbasino è stato intellettuale, giornalista, deputato, dandy, idolo per generazioni di lettori.
Il documentario è firmato dall’arbasinologo principe Michele Masneri (autore del libro Stile Alberto, Quodlibet) e dal regista Antongiulio Panizzi (Rai3). Non è facile restituire un ricordo vivido di Arbasino, maestro di intelligenza, di stile, di passione letteraria.
Lui, che era così soavemente cosmopolita, che ha trattato con la stessa grazia e ironia la vita bassa, il tanga, l’infradito, le sneakers, il leopardato, il loft, il cool, il mansardato e i mostri sacri della letteratura, regalandoci mitici ritratti dal vivo, conversazioni à bâtons rompus, a ruota libera, affondi critici (eravamo ancora neorealisti e lui già sbeffeggiava Michelangelo Antonioni e Luchino Visconti) e perfidie squisite.
Masneri incontra familiari (stupendi il fratello Mario e la nipote Silvia), intellettuali che lo hanno frequentato, da Giovanni Agosti a Masolino d’Amico, a Giorgio Montefoschi, amici con cui ha condiviso colazioni o serate come Alvar González-Palacios, Marisela Federici e Adriana Sartogo; visita i luoghi arbasiniani, dalla «mitica» Voghera all’appartamento romano di via Gianturco 4 (tra piazza del Popolo e il ministero della Marina), con una visita persino al cimitero dove è sepolto; utilizza infine materiale d’archivio.
Stile Alberto ci restituisce con incisività uno scrittore che era stato dappertutto e aveva visto tutto: mostre, commedie, musical, opere liriche, film, architetture, personaggi, attrici, nobildonne, scrittori e scrittrici e ne aveva tratto materia per i suoi articoli e i suoi libri, con il godimento della riscrittura e del rifacimento.
Per questo, forse, si poteva utilizzare di più la sua stessa immagine. Nelle Teche Rai ci sono epifanie di Arbasino che valgono più di tutti gli interventi all’insegna del «io lo conoscevo bene».
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16 novembre 2025
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