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«Sport e serialità televisiva», uno sfondo perfetto per le narrazioni

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Dal Festival dello Sport di Trento, corre l’obbligo di segnalare un libro che mancava, per chi ama la serialità televisiva, per chi ama lo sport. È arrivato, si chiama «Sport e serialità televisiva», è scritto da Paolo Carelli, un valente studioso di media ed è edito da Morcelliana. Lo sport come sfondo e pretesto per raccontare dinamiche sociali rappresenta un dispositivo sempre più utilizzato dalla serialità delle piattaforme streaming. Penso a «The White Shadow» (in Italia uscita come «Time out», CBS, 1978-1981, sul basket), a «Friday Night Lights» (in Italia come «High School Team», NBC 2006-2011, sul football americano), a «Sports Night» (ABC, 1998-2000), una comedy sul giornalismo sportivo, ideata e scritta da Aaron Sorkin, a «Winning Time – L’ascesa della dinastia dei Lakers» (HBO 2022-23, Sky Atlantic), sempre sul basket, a «Ted Lasso» (Apple TV+, 2020) sul calcio. L’elenco sarebbe molto lungo, ce n’è per tutti gli sport. 

Quello che importa sottolineare è come Carelli consideri lo sport anche un dispositivo potente per la creazione di storie, con i suoi tanti episodi di fallimenti e trionfi, di fragilità ed eroismo. Dalla Gran Bretagna e dalla Spagna, dagli Stati Uniti all’Italia, dal Sudamerica alla Corea, non pochi sono i titoli che esplorano una narrazione diversa dalle passioni, dalle fatiche e dai trionfi sportivi; non solo cronaca, chiacchiera o rievocazione epica delle gesta del passato, ma uno sguardo profondo sulla contemporaneità, sullo sport come collante globale di un mondo sfaccettato. È l’unico mondo in cui oggi è consentito usare una parola complessa e arrischiata come epica e dove il potenziale drammatico e drammaturgico è notevole. Dagli anni Cinquanta a oggi, lo sport continua a essere strumento privilegiato per costruire immaginari seriali e affrontare temi complessi quali le disuguaglianze sociali, il razzismo, le identità di genere. Un prisma attraverso cui osservare e interpretare i percorsi produttivi e distributivi dell’industria televisiva e, allo stesso tempo, i fenomeni culturali e le trasformazioni sociali. Davvero un ottimo lavoro che colma un vuoto, quello in cui gli atleti si confrontano con i loro limiti, con i loro demoni. 

12 ottobre 2025

12 ottobre 2025

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