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Sofia Cantore attaccante agli Europei di calcio femminile: «I miei gol per l’Italia poi vado in America»

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Sion, giovedì, contro il Belgio che tre anni fa interruppe il cammino della Nazionale nell’Europeo postdatato dal Covid, la nuova Italia di Andrea Soncin vuole continuare a scrivere la bella storia che l’ha portata in Svizzera attraverso il secondo posto nel girone di Nations League. C’erano dieci delle protagoniste della squadra di oggi, quel giorno. Sofia Cantore, 25 anni, in quel periodo rientrava alla Juve dopo i prestiti a Verona, Florentia e Sassuolo, diventando la giovane stella dell’attacco con le veterane Bonansea e Girelli. È (anche) dal suo piede bollente — 18 gol in 39 partite in A nella stagione in cui in bianconero ha conquistato scudetto e Coppa Italia — che passeranno le fortune della compagnia delle celestine all’Europeo che scatta domani. Partiamo da qui.

Sofia, cosa dobbiamo aspettarci da questa Nazionale rifondata?
«Una buona partenza, fondamentale per passare il girone con Belgio, Portogallo e Spagna campione del mondo. È un Europeo che vale un Mondiale, Soncin nel nuovo ciclo ci ha insegnato a pensare match dopo match. E la Nations League ci ha dato consapevolezza: ora affrontiamo chiunque a viso aperto».

Se dovesse spiegare come siete cambiate e maturate?
«Il rinnovamento era già iniziato ma ora abbiamo trovato il giusto mix tra senatrici e giovani. Con Soncin, dopo il brutto Mondiale 2023, è scattata in noi una voglia di rivincita: il c.t. sa usare bene le parole, ci dà un sacco di fiducia. Ci sentiamo tutte parte di qualcosa di grande, ed è una sensazione che tiene vivo il gruppo. Chi subentra è importante quanto le veterane. Questa è un’Italia che si merita tanto».

Conta anche il fatto che Soncin è uno di quei rari uomini che allenano le donne con passione, senza considerarle una scelta di ripiego?
«Sì, il mister ha l’approccio giusto, con lui abbiamo iniziato un percorso lineare. Ci ha dato valori importanti, la fiducia è reciproca».

Come si passa dall’oratorio della parrocchia di S. Vittore Martire di Missaglia (Lecco) all’attacco della Nazionale?
«Fino a 13 anni ho giocato con i maschi, tifavo Inter come papà ma verso il pallone non mi ha spinta nessuno: era un desiderio mio. Ho un fratello laureato in biologia computazionale, è il secchione di casa ma anche l’anti-calcio. Sono passata al Fiammamonza in C e in B, poi sono stata chiamata alla Juve insieme alla mia amica Benedetta Glionna. Ci sono tornata in pianta stabile nel 2022, dopo tre stagioni in prestito. In Nazionale ho seguito tutto il percorso delle giovanili. In mezzo ci sono stati anche la rottura del crociato e la frattura del perone. È in quel momento che ho capito quanto volevo diventare una calciatrice: nell’infortunio è scattato qualcosa».

E non una calciatrice qualsiasi: la prima italiana a giocare negli Usa. Partenza per le Washington Spirit a luglio, subito dopo l’Europeo.
«È stato difficile lasciare la Juve e un mister, Massimiliano Canzi, che mi ha dato una fiducia smisurata. Però si apre un nuovo capitolo, di cui sono entusiasta. Ho sempre desiderato un’esperienza all’estero, credo che me ne renderò conto del tutto solo sull’aereo. Ho parlato con il tecnico delle Spirit, lo spagnolo Gonzalez: mi ha presentato il progetto. Negli Usa giocano un calcio molto fisico, incentrato su duelli, transizioni, atletismo. Sarà un salto culturale, ma anche nel buio: mi metto alla prova per crescere».

Il trasferimento più pagato di sempre (300 mila euro), hanno titolato i siti.
«Mi dispiace passi il messaggio che vado lì per soldi, non è così. A 25 anni è un’esperienza di vita».

I soliti stereotipi. Pensa che il salto di qualità del calcio femminile, oltre che dal nostro professionismo, sia passato anche dalla causa di Hermoso per il bacio rubato all’ultimo Mondiale dall’ex presidente spagnolo Rubiales?
«Ha fatto bene a denunciare: è stata una richiesta di rispetto a nome di tutte noi. Si cresce anche così. Non è che ci va bene sempre tutto…».

Cosa avrà sul comodino all’Europeo, Sofia?
«Un ferro di cavallo, la mia musica elettronica. Sara Gama è venuta a salutarci. È stata il mio esempio in tutto. Ora tocca a me passare i suoi valori alle giovani: mi prendo volentieri questa responsabilità».

1 luglio 2025

1 luglio 2025

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