Home / Sport / Sinner: «Felice di essere nato in Italia e non in Austria. Saltare la Davis? Non ho mai avuto dubbi, ecco perché»

Sinner: «Felice di essere nato in Italia e non in Austria. Saltare la Davis? Non ho mai avuto dubbi, ecco perché»

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Il primo pomeriggio dal suo arrivo a Torino, Jannik Sinner lo ha trascorso all’Istituto di Candiolo-Irccs per la ricerca e la cura del cancro, e non è la prima volta che lo fa. Accolto dalla presidente della Fondazione, Allegra Agnelli, il numero 1 del mondo (almeno per questa settimana), ha poi lanciato l’edizione 2025 della campagna «Un ace per la ricerca», con cui Intesa Sanpaolo devolverà alla Fondazione 100 euro per ogni ace messo a segno nelle partite delle Finals, che diventeranno 500 nelle semifinali e 1.000 nella finale. E in un set all’interno dell’istituto era stata registrata anche una puntata di «Jannik, oltre il tennis», la produzione originale di Sky Sport in cui Sinner si racconta, con la puntata in onda da mercoledì 5 alle 20.45 su Sky Sport Tennis e NOW, on demand e su Insider, la sezione premium del sito skysport.it.

Gli viene chiesto delle sue origini, e sull’eventualità che nascere 50 chilometri in più rispetto a San Candido gli avrebbe potuto portare meno critiche sul fatto di essere o non essere italiano. «E’ una domanda a cui non so rispondere, ma sono orgoglioso di essere italiano, sono molto felice di essere nato in Italia e non in Austria, o da un’altra parte, perché secondo me onestamente questo Paese merita molto di più, anche di quello che sto facendo io. Perché abbiamo le strutture, abbiamo gli allenatori, abbiamo i giocatori, abbiamo tantissime mentalità differenti. Quindi abbiamo di tutto per essere lì a competere contro i migliori al mondo e secondo me dobbiamo unirci, stare insieme e darci forza per avere più trofei e più orgoglio possibile, perché secondo me l’Italia lo merita».

Le Finals di Torino saranno l’ultimo appuntamento della stagione di Sinner: niente Davis, una scelta che ha fatto discutere ma che Jannik aveva già fatto. «Per me quest’anno non c’è stato un minimo di dubbio che questa è stata la scelta giusta – spiega -. Invece l’anno scorso è stato diverso: l’anno scorso non ho giocato a Parigi, ho detto “io voglio giocare la Davis” e mi hanno un po’ trattenuto, nel mio team, ma ho detto “no, questo quest’anno voglio giocare perché l’avevo promessa a Berrettini quando abbiamo vinto nel 2023, quando lui era lì a sostenerci e abbiamo vinto, io l’ho abbracciato e gli ho detto ”ti prometto che vinciamo insieme la prossima Coppa Davis, perché tu lo meriti e siamo una squadra incredibile” e l’abbiamo vinta. Poi da lì avevo già deciso che l’anno prossimo (il 2025, ndr) sicuramente non avrei giocato».

Ci saranno gli altri: Lorenzo Musetti – che dal 2026 aggiungerà lo spagnolo José Perlas al suo team -, Matteo Berrettini, Flavio Cobolli, Simone Bolelli e Andrea Vavassori. «La cosa che a me personalmente non piace è che abbiamo una squadra incredibile anche senza di me e non ne parla nessuno. Noi dobbiamo rinunciare al numero 26 al mondo, che in questo momento è Darderi, ci possiamo permettere di non convocare il 26 al mondo in Coppa Davis perché c’è Cobolli, c’è Musetti, ce ne sono tantissimi altri: abbiamo una squadra di doppio incredibile. Possiamo vincere anche così, abbiamo lo stesso Berrettini, e quindi la possibilità di vincere la Davis è alta».

4 novembre 2025 ( modifica il 4 novembre 2025 | 20:26)

4 novembre 2025 ( modifica il 4 novembre 2025 | 20:26)

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