Home / Sport / Silvio Pavan, il record dei 200 passi alpini. «Lo faccio per passione personale»

Silvio Pavan, il record dei 200 passi alpini. «Lo faccio per passione personale»

//?#

Ai record ci ha fatto il callo. Dopo le mille salite della Nembro-Selvino totalizzate due anni fa (e che nel frattempo sono diventate mille e duecento, poco più che una sgambatina fuori casa) la passione per le due ruote e imprese connesse di Silvio Pavan sta per raggiungere una vetta altissima. Se si dovesse tradurre in un’altimetria si potrebbe quantificarla in circa 450 mila metri perché la somma delle decine di passi alpini (oltre quota 2.000 metri) su cui Pavan si è inerpicato negli ultimi venticinque anni porta a questa cifra da capogiro. Tutto è scritto in una sua tabella Excel completata con dovizia di particolari — i nomi dei passi, l’anno in cui sono stati percorsi, il punto di partenza e l’altezza raggiunta —, cominciata nel 2000 con la più classica ma impegnativa delle salite: lo Stelvio a quota 2.757. Poi, scorrendo l’elenco di lunghezza autostradale, è come salire su un ottovolante da brividi: Sella, Pordoi, Foscagno, Bernina, Galibier, Maniva, Furka e via dicendo tra i nomi di colli e vette che continuano a fare la storia del grande ciclismo mondiale. È il carosello dei 199 passi dell’arco alpino — tra Svizzera, Francia, Austria e ovviamente Italia —, a cui Pavan da Gazzaniga, 62 anni di professione vigilante, ma ciclista amatoriale per eccellenza, sta per aggiungere l’ultimo tassello: tra una settimana, salendo il Colle delle Finestre, il suo guinness toccherà quota 200. «Precisiamo che non ho nessuna velleità di ranking, è una passione personale che sta per coronarsi con questo numero a cui non avrei mai pensato di arrivare», afferma in premessa. Le sfide con se stessi sono, in effetti, le più impegna-tive e Pavan ci ha messo tutto l’impegno e la caparbietà di cui è capace, non senza sacrificio. «Ogni volta mi metto in auto con i soldi giusto per la benzina e un panino e parto verso la meta, centinaia di chilometri per raggiungere il passo, scalarlo e poi ritornare a casa a mezzanotte stanco morto». La certificazione dell’impresa è molto empirica; scatto alla partenza ed altra fotografia sotto il cartello della località, ma la serietà è assoluta: «Queste imprese sono cosa mia e io non inganno me stesso, anzi è più facile che abbia aggiunto qualche metro al traguardo che averlo tolto. Non metto la mano sul fuoco, su questa cosa, mi ci butto dentro tutto», scherza (ma non troppo) perché questo record è una cosa serissima. Ad accompagnarlo nella trionfale pedalata ci saranno i compagni di avventura de «Le Biglie», una trentina di cicloamatori bergamaschi che hanno ingaggiato tra di loro una sorta di «Tour de force» (più che Tour de France) cimentandosi in gruppo nelle scalate. Tutto è raccolto e testimoniato da una classifica dove, a ruota di Silvio, c’è l’amico Renato a quota 180, mentre il gruppo segue con maggiori distacchi (Ciano è a 140, Moro a 136 e Mark a 106). «Prima o poi arriveranno anche loro», sorride Pavan che nella sua «pass-parade» mette sul primo gradino del podio lo Stelvio «che non si chiama così per niente», mentre tra le tregende di giornata c’è la salita al Grossglockner in Austria. «Siamo partiti a fine giugno con 26 gradi e su abbiamo trovato una tempesta di neve con addosso solo una magliettina». Sarà per questo che nella classifica de «Le Biglie» chi arriva a 200 salite si merita il distintivo di «Aquila».

12 luglio 2025

12 luglio 2025

Fonte Originale