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Si fa autografare il tatuaggio di Vardy, la foto fa il giro del mondo: parla il tifoso dell’attaccante della Cremonese

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Domenica 31 agosto è iniziata l’avventura italiana di Jamie Vardy. Ad aspettarlo all’aeroporto di Linate c’era Riccardo Rotta. Era l’unico senza una maglia della Cremonese. A lui interessava solo vedere l’attaccante. «Sono riuscito a incontrarlo e mi ha anche autografato il tatuaggio di… Vardy».

Riccardo, la foto del suo tatuaggio ha fatto il giro del mondo.
«Sì, è incredibile. Sto vivendo un sogno. L’ho vista anche sul Daily Mail».

Ma il tatuaggio con il volto di Vardy quando se l’è fatto?
«Due anni fa. Ma non è stato il primo».

In che senso?
«Prima ho fatto quello di Ranieri, poi a distanza di sei mesi quello di Vardy».

Come mai questa scelta?
«Amo il calcio inglese. Quella del Leicester è stata un’impresa storica. E Vardy è il mio idolo. Sa, un po’ ci assomigliamo».

Ci spieghi.
«Lui è un “working class hero”. Faceva l’operaio ed è arrivato a vincere la Premier. Anche io sono un operaio e spero di riuscire a fare lo stesso».

Vincere la Premier?
«No (ride ndr). Sogno di fare strada nella musica, la mia grande passione. Ho anche scritto un album che si chiama “Sir” in onore di Ranieri».

Torniamo all’altra sera. Com’è andata?
«Ero a casa. Ho letto che Vardy sarebbe atterrato a Linate verso le 11. Mi sono precipitato in aeroporto. Ero l’unico senza la maglia della Cremonese. Io ne avevo una del Leicester».

Poi è arrivato.
«Prima ha firmato le maglie di alcuni bambini, poi gli ho lanciato la mia. Dopo qualche minuto sono riuscito a fargli vedere la gamba con il tatuaggio. Si sono messi tutti a urlare per lo stupore».

Si è fatto fare un secondo autografo?
«Certo. Me l’ha fatto sopra il suo volto. Avevo già commesso l’errore di non farmi autografare da Ranieri il suo tatuaggio quando era l’allenatore del Cagliari. Due giorni dopo sono andato dal mio amico a tatuarmi la firma di Jamie. Un tatuaggio sul tatuaggio».

La prima cosa che ha fatto quando ha lasciato l’aeroporto qual è stata?
«Salire in macchina e urlare. Non riuscivo a realizzare. Fatico ancora oggi».

Ora magari dedicherà una canzone a Vardy.
«Perché no? La chiamerei “Chat shit get banged”, come una delle sue citazioni più famose».

Il tatuaggio nel 2016, la storia di due operai, l’autografo a Linate: sembra un disegno del destino.
«È tutto collegato. Una mia idea ce l’ho su come potrebbe andare a finire. Spero di riuscire a ripercorrere la sua strada e di essere come lui un “working class hero”. Intanto, sogno di incontrarlo, magari con una sua maglia della Cremonese autografata».

10 settembre 2025

10 settembre 2025

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