
Ho letto che i vertici Rai sarebbero al lavoro su pesanti «tagli» in vista del prossimo anno per rispettare il piano di contenimento dei costi. A farne le spese ci sarebbe anche il settimanale Report. Pronta la replica di Sigfrido Ranucci: «Ai miei collaboratori dev’essere tagliato il 14% della retribuzione. Dicono di aver aumentato l’approfondimento dell’8%, ma come? Hanno fatto come i carri armati di Mussolini, hanno spostato Massimo Giletti che andava in cultura nell’approfondimento». Massimo Giletti approfondisce, fa cultura? Mah, difficile capire cosa faccia?
Comunque, domenica sera, ho seguito su Report un’inchiesta di Emanuele Bellano su cantine prestigiose che comprerebbero vino sfuso per poi venderlo a caro prezzo con la loro etichetta. Basterebbe che la Guardia di finanza controllasse dove finisce questo vino sfuso, una pratica che dura da anni e anni, per risolvere il problema: non mi sembra così difficile.
Il vino mi appassiona: c’è in atto una lunga battaglia tra Report e l’universo del Gambero rosso per via dell’assegnazione dei famosi tre bicchieri. Secondo l’inchiesta di Bellano le cantine premiate pagherebbero somme di denaro alla rivista attraverso pacchetti commerciali e pubblicitari. Dico solo che, tanti anni fa, quando la rivista era ancora di Stefano Bonilli, Slow Food ruppe il sodalizio perché i suoi criteri di valutazione dei tre bicchieri (al Nord) erano diversi da quelli della rivista (Centro e Sud). Altro non so.
Non ho mai amato il metodo di inchiesta di Ranucci ma se la Rai ritiene che il suo giornalismo sia fazioso si prenda la responsabilità di chiuderlo; così è solo un atto di puerile ritorsione.
Intanto, nel nome di un giornalismo da servizio pubblico, aspetto sempre che la Rai faccia una seria inchiesta sul caso Paragon. Chi e perché spiava illecitamente gli smartphone dei giornalisti di Fanpage, di Roberto D’Agostino, di Luca Casarini e altri?
L’azienda proprietaria dello spyware ha fatto saper che è compito «dell’autorità sovrana del Paese garantire il rispetto della legge». Però, non affiderei l’inchiesta né a Report né, tanto meno, a Massimo Giletti.
30 giugno 2025
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