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Scuola, l’ipotesi di aprire le aule a luglio. L’altolà dei sindacati a Fugatti: «Per questa misura servono risorse»

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«Nulla di realmente nuovo». «Bene la valorizzazione del terzo settore, ma l’Infanzia?», si chiedono i sindacati. E il nodo restano «le risorse che verranno stanziate a bilancio», riflette il presidente della Consulta dei genitori Maurizio Freschi.

Visioni simili e analoghe perplessità. La misura annunciata dal presidente Maurizio Fugatti sull’apertura delle scuole elementari e medie a luglio non sorprende. Era nell’aria, anche se fino a venerdì non c’era nulla di ufficiale. Lunedì scorso i sindacati avevano incontrato l’assessora all’istruzione Francesca Gerosa. «Ma nulla ci è stato anticipato e ad oggi non abbiamo ancora ricevuto il testo della legge collegata alla Finanziaria», osserva la segretaria della Cisl Scuola Monica Bolognani. La sindacalista non nasconde l’irritazione: «Non siamo contrari all’apertura degli edifici scolastici in estate, ma disapproviamo la modalità con cui questa amministrazione provinciale procede, senza un reale coinvolgimento delle parti interessate — afferma —. Lo abbiamo sperimentato con l’apertura dell’undicesimo mese nella scuola dell’infanzia, lo stiamo sperimentando con la proposta del ddl sulla carriera docenti, questo modus operandi alimenta un sentimento di sfiducia verso il decisore politico e influisce sulla coesione sociale contrapponendo le esigenze delle famiglie a quelle del personale della scuola».

I sindacati

Non si tratta solo di forma, ma anche di sostanza. E nel merito i sindacati ribadiscono il proprio pensiero sull’apertura a luglio. La Uil rimarca la propria contrarietà: «La nostra posizione non cambia», spiega la segretaria confederale Monica Motter. «I nostri bambini e ragazzi restano a scuola dieci mesi l’anno e l’undicesimo mese hanno il diritto di svolgere attività con figure di riferimento diverse e in ambienti diversi», chiarisce. Bene quindi «la valorizzazione del terzo settore», ma «l’accesso a tutte le attività deve essere veramente accessibile», continua Motter, sottolineando il problema dei prezzi, «spesso poco fruibili per le famiglie».

La Uil è perplessa sull’utilizzo delle scuole, ma a differenza dell’Infanzia, il mese di luglio nelle primarie e secondarie di primo grado sarà gestito dal terzo settore. Una conditio sine qua non per il segretario Flc Cgil Raffaele Meo che non è contrario all’utilizzo degli edifici in estate: «Il microcosmo scuola può diventare un centro per i giovani, ma servono buone idee, una buona organizzazione e risorse. È un processo che va governato e non improvvisato». Meo teme che si replichi l’esperienza dell’Infanzia: «Il personale scolastico si deve occupare solo di istruzione», dice. Ma le attività rivolte ai bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni durante l’estate «esuleranno dall’attività didattica», ha precisato Fugatti. Motter rilancia: «Spero che si faccia un pensiero sui servizi conciliativi anche per le scuole dell’infanzia». Bolognani va oltre: «La Provincia pare demarcare definitivamente il confine tra il personale di serie A e il personale di serie B. Quando abbiamo chiesto di coinvolgere il terzo settore nel mese di luglio nell’Infanzia ci è stato risposto che non sarebbe stato in grado di soddisfare le richieste delle famiglie: ora è possibile?». La Cisl Scuola chiede alla Provincia di estendere anche ai bambini e alle bambine tra 3 ai 6 anni il coinvolgimento del terzo settore nelle attività estive.

Il piano Estate

L’idea di Fugatti, comunque, non è una novità. La Cisl Scuola ricorda il Piano Estate: «Esiste da anni — rileva Bolognani — e interessa istituti scolastici che spontaneamente aderiscono attraverso deliberazioni degli organismi scolastici», tenendo conto anche degli organici del personale Ata. «La vera novità può essere l’assegnazione di risorse specifiche e una proposta estesa a tutta la provincia, poiché in diversi istituti l’offerta di luglio esisteva già da anni in collaborazione con il terzo settore; un servizio utile per molte famiglie per la sua funzione conciliativa», aggiunge Freschi. «Ogni scuola dovrà agire in autonomia per attivarlo, chiarendo spazi, compiti e responsabilità per evitare sovraccarichi alle segreterie e valutando l’idoneità degli edifici nei mesi estivi. Colpisce — continua — la disponibilità del terzo settore, in possibile contraddizione con le difficoltà espresse per il luglio della scuola dell’infanzia. In sostanza, nulla di realmente nuovo e tutto resta subordinato alle risorse che verranno stanziate a bilancio».


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3 novembre 2025

3 novembre 2025

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