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Scontro sulla strage di Bologna. Mattarella: «Strategia neofascista»

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Il 2 agosto del 1980 era un sabato, alle 10.25 l’esplosione di una bomba nella sala d’attesa di seconda classe provocò 85 morti e oltre 200 feriti. Il ricordo, 45 anni dopo, arriva dopo il faticoso riconoscimento di una verità giudiziaria con le sentenze definitive per Paolo Bellini e Gilberto Cavallini che seguono quelle agli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, terroristi neofascisti ed esecutori materiali al soldo della Loggia P2 di Licio Gelli e dei Servizi deviati. Al termine di un corteo con decine di migliaia di persone, anche quest’anno bisogna fare i conti con lo scontro politico, le polemiche sulla matrice fascista della bomba, le contestazioni al governo e i fischi questa volta all’indirizzo del presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Nel suo messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato di un attentato che «ha impresso sull’identità dell’Italia un segno indelebile di disumanità da parte di una spietata strategia eversiva neofascista che mirava a colpire i valori costituzionali, le conquiste sociali e, con essi, la nostra stessa convivenza civile». La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha assicurato che «il governo continuerà a fare la sua parte in questo percorso per arrivare alla piena verità sulle stragi», definendo «terrorismo feroce» quello che ha colpito a Bologna senza però citare la matrice fascista della strage.

«Condannare la strage di Bologna senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici», ha replicato il presidente dell’associazione dei parenti delle vittime, Paolo Bolognesi al suo ultimo discorso dal palco. Duro l’attacco nei confronti del presidente del Senato Ignazio La Russa, fischiato dalla piazza. Presenti anche il presidente della Regione, Michele de Pascale, e la leader del Pd, Elly Schlein, che ha invitato «anche chi governa a leggersi le sentenze. Credo che sia veramente grave che nemmeno oggi, il governo sia riuscito a pronunciare» la parola neofascista. Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha attaccato le istituzioni perché si attivino per «evitare che continuino a essere diffuse mezze verità».

A rappresentare il governo la ministra dell’Università, la bolognese Anna Maria Bernini, che nell’incontro in Comune con i familiari che tradizionalmente precede il corteo, ha parlato di «una strage oscena, orrenda, che i magistrati hanno definito di eversione neofascista». Bernini ha poi preso le distanze da Bolognesi, che nel suo intervento ha attaccato anche la separazione delle carriere dei magistrati e il ddl Sicurezza: «Qualunque collegamento con l’orrore della strage e l’attualità o l’attuale governo — ha aggiunto — lo respingo senza se e senza ma». II nuovo presidente dell’associazione dei parenti è Paolo Lambertini, il 2 agosto del 1980 perse la mamma. «Si possono non condividere le opinioni, ma non i fatti — ha spiegato —. Il ministro non può non condividere quello che dicono le motivazioni della sentenza. Noi abbiamo cercato di porre all’attenzione di questo governo alcune radici. Il governo farebbe bene a prenderne le distanze, a tagliarle. Ne trarrebbe anche vantaggio». 

Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, infine, ha annunciato la realizzazione di «un grande Parco della Memoria Democratica accanto alla Stazione, un parco verde come la speranza e rosso come la memoria. Un parco pensato insieme a tutte le associazioni delle vittime del nostro Paese, sarà dedicato alla storia dell’Italia».

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2 agosto 2025 ( modifica il 2 agosto 2025 | 21:05)

2 agosto 2025 ( modifica il 2 agosto 2025 | 21:05)

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