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Sclerosi multipla, la menopausa è un momento in cui prendersi più cura del cervello

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Uno dei sintomi della menopausa è la «nebbia mentale», una minor capacità di concentrazione che può complicare le giornate. Nelle donne con sclerosi multipla il problema può essere ancora più accentuato visto che, come ha dimostrato uno studio presentato durante il congresso europeo dell’European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (Ectrims), alla fine della vita fertile la perdita di volume di materia grigia cerebrale accelera.

Accelerazione

La ricerca è stata condotta da ricercatori dell’Università della California a San Francisco analizzando quasi 1.300 risonanze magnetiche di 179 donne, prima e dopo la menopausa; gli esperti hanno misurato il volume di diverse aree cerebrali associate a una maggiore degenerazione nella sclerosi multipla, per capire se prima e dopo il «passaggio», avvenuto in media a 51 anni, vi fossero differenze. 
I dati dimostrano che la menopausa si associa a un’accelerazione nella perdita di volume della materia grigia specialmente in aree come l’ippocampo sinistro e il giro cingolato anteriore sinistro. Come osservano gli autori, «si tratta di regioni connesse alla memoria verbale ed episodica, all’attenzione e al monitoraggio degli errori durante la risoluzione dei problemi. Questo può riflettere una maggiore vulnerabilità di queste zone ai cambiamenti ormonali, anche perché in altre aree dove si registra una riduzione dei volumi in caso di sclerosi multipla questo “rimpicciolimento” accelerato non avviene». In regioni come il corpo calloso, importante per le connessioni fra emisferi, c’è addirittura un rallentamento della perdita di volume.

Un momento delicato

I dati sottolineano, secondo gli esperti, l’importanza di monitorare i sintomi cognitivi durante la transizione in menopausa delle pazienti; spesso negletti, si tratta tuttavia di disturbi che possono minare la qualità di vita e che quindi vanno riconosciuti per poterli affrontare, a maggior ragione in un momento della vita «critico» in cui può sperimentarli pure chi non sta affrontando una malattia come la sclerosi multipla. La menopausa peraltro può essere anche il momento in cui i sintomi della malattia compaiono per la prima volta e durante il congresso Ectrims è stato presentato uno studio che ha verificato come questi siano diversi rispetto a quelli che si manifestano inizialmente in donne più giovani: nelle pazienti in cui l’esordio di malattia arriva con la menopausa sono meno frequenti i sintomi correlati a lesioni del nervo ottico e più comuni, invece, quelli conseguenti a problemi a livello del midollo spinale.

«Le differenze verosimilmente riflettono gli effetti dei cambiamenti ormonali, che possono influenzare lo sviluppo delle lesioni e la modalità di comparsa dei primi sintomi», ha spiegato la coordinatrice della ricerca Yasemin Şimşek, dell’Università di Izmir in Turchia. «Le donne meno giovani possono sperimentare più spesso sintomi insidiosi e progressivi dovuti a un maggior peso dei processi neurodegenerativi rispetto a quelli infiammatori, inoltre hanno più spesso altre malattie: tutto questo implica l’importanza di una gestione clinica differenziata per età, con una maggiore attenzione alla prevenzione della disabilità e della neurodegenerazione nelle donne in menopausa».

27 settembre 2025

27 settembre 2025

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