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Sciopero generale 25 ottobre, la Cgil boicotta gli stadi: «Napoli-Inter? Meglio la piazza»

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Allo stadio a tifare o in piazza a protestare contro le politiche del governo? A ingaggiare la competizione è la Cgil che, evidentemente impensierita dalla concomitanza tra lo sciopero generale proclamato per il 25 ottobre e la giornata di campionato di Serie A che prevede quel sabato il big match Napoli-Inter oltre a Udinese-Lecce e Cremonese-Atalanta. Così il sindacato di corso d’Italia ha lanciato una comunicazione sui social ad hoc: «Il 25 ottobre non andare allo stadio. Il 25 ottobre scendi in piazza. Io ci sarò. E tu?».

Il post sui social

Il post a corredo dell’immagine recita: «Il 25 ottobre saremo in Piazza San Giovanni, a Roma, per chiedere l’aumento di salari e pensioni, una vera riforma fiscale, investimenti su sanità e scuola. Per dire NO al riarmo e alla precarietà. Per fare sentire la nostra voce. Noi ci saremo. E tu?». Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, alcuni giorni fa ha commentato così la nuova data di mobilitazione: «Dopo queste giornate che hanno portato milioni di persone in piazza, che hanno visto una nuova generazione di giovani prendere parola, credo che sia assolutamente importante che questa lotta, questa battaglia in nome del popolo palestinese, ma soprattutto in nome della pace, si colleghi anche alle scelte di politica economica e sociale che in questo paese devono essere fatte».

Le priorità sulla legge di bilancio

L’annuncio del sindacato stila un elenco di priorità in merito alla prossima legge di bilancio, a cui sta lavorando il governo:
– Stop al riarmo; investimenti su sanità, istruzione, non autosufficienza, politiche abitative e sociali;
– prendere i soldi da grandi ricchezze ed evasione fiscale; stop a flat tax generalizzata e condoni; restituire a lavoratori e pensionati il drenaggio fiscale già subito e neutralizzare quello futuro;
rinnovare i Ccnl pubblici e privati, con detassazione degli incrementi salariali; contrastare precarietà e, lavoro povero e sfruttamento lavorativo; introduzione di salario minimo, legge sulla rappresentanza e vero equo compenso per lavoro autonomo e professionale;
– piena rivalutazione delle pensioni con estensione della quattordicesima, superamento della legge Fornero, introduzione di una pensione di garanzia per giovani e precari;
politiche industriali e del terziario per contrastare le delocalizzazioni, creare nuovo lavoro, realizzare la transizione energetica, ambientale e tecnologica; dar seguito a una vera strategia di sviluppo per il Mezzogiorno;
– tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro; contrastare gli appalti non genuini e i subappalti.

Governo e sindacati

«Noi stiamo dicendo no alla politica del riarmo e stiamo dicendo che è necessario dare risposte ai problemi che le persone vivono – ha aggiunto Landini –. E mai come adesso la lotta per la pace, la lotta per il lavoro, la lotta per la democrazia, sono un tutt’uno». Su un eventuale confronto con i sindacati in merito alla manovra, ha spiegato che «ad oggi non c’è nessun confronto né nessun incontro fissato, quindi il governo va avanti per i fatti suoi e non discute con nessuno, o almeno non sta discutendo con le organizzazioni sindacali».

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14 ottobre 2025

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