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Save the dogs, vent’anni dalla parte dei cani (e delle persone). Con l’arrivo del freddo il nuovo progetto per i senza tetto

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Con il ritorno delle basse temperature riparte il piano freddo con cui il Comune di Milano prova a gestire l’emergenza e a dare un riparo più confortevole alle persone senza fissa dimora. Qualche ora al caldo, per poter riposare e trascorrere la notte lontano dalla strada e dalle intemperie. Diverse strutture di accoglienza vengono riattivate questa settimana nel capoluogo lombardo. La novità è che ce ne sarà una che aprirà le porte anche agli animali d’affezione dei senzatetto. Si tratta della ex scuola Manara di via Fratelli Zoia, gestita dalla Fondazione Fratelli di San Francesco, che dispone di  25 posti dove possono essere ospitati anche i cani, grazie alla collaborazione con l’associazione Save the dogs and other animals, che proprio in questi giorni ha celebrato i suoi primi 20 anni di attività. 

Un lavoro dalla parte degli animali, quello di Save the Dogs, che si è svolto e tuttora si svolge tra la Romania – dove tutto è iniziato con il progetto di salvataggio dei cani di strada sottratti alle eliminazioni coatte disposte dalle autorità e affidati a nuove famiglie grazie ad un circuito di adozioni internazionali – e l’Italia. Nel nostro Paese l’associazione fondata da Sara Turetta opera in particolare nelle regioni del Sud, dove il fenomeno del randagismo e della proliferazione incontrollata non trova sufficienti argini da parte delle istituzioni. Di qui una serie di interventi per il controllo delle nascite che ha già portato alla sterilizzazione di più di 5 mila animali. A Milano dal 2021 è già attivo il progetto «Amici di strada, compagni di vita» che sostiene le persone in condizioni economiche precarie nella gestione dei loro cani, spesso le sole vere amicizie in una vita solitaria e invisibile. 

«Quando vent’anni fa decisi di cambiare la mia vita e di dedicarla completamente ai cani – spiega Sara Turetta, un passato nelle pubbliche relazioni e oggi presidente e anima dell’associazione – tutto mi sarei immaginata fuorché di ritrovarmi un giorno a festeggiare un traguardo come questo gestendo un progetto nella mia città. Ero convinta che Milano non ne avrebbe mai avuto bisogno. Il randagismo è sotto controllo, il canile municipale funziona. Ma oggi ci sono molte persone a basso o bassissimo reddito, che soffrono e si ritrovano escluse ed emarginate. E spesso, con loro, ci sono anche i loro animali». Compagni di vita, appunto, che condividono le stesse esistenze precarie. E che per questo non ricevono la giusta cura e il giusto accudimento, soprattutto dal punto di vista medico e sanitario. L’assistenza veterinaria ha un costo per tutti, non esistendo un sistema sanitario pubblico per gli animali, ma diventa totalmente inaccessibile per chi non ha un reddito. E così i cani non vengono mai sottoposti a visite e vaccinazioni. «A questo pensiamo noi, con le nostre unità di strada composte da volontari e veterinari, che portano aiuto, cibo, cure, medicine e conforto».

Ruota tutto attorno al concetto di «vite connesse». Il progetto è stato pensato nel 2019. «Mi ero accorta che a Milano povertà e disagio riguardavano anche gli animali – spiega ancora Turetta -. E così, dopo tanti anni di impegno a centinaia o migliaia di chilometri da casa mia, ho pensato fosse doveroso fare qualcosa anche qui». Per quelle persone e quei cani che sono milanesi a tutti gli effetti, ma che vivono la condizione di invisibilità di chi non ha niente in una città che invece sembra fatta soprattutto per chi ha tanto. L’esempio è arrivato dal Regno Unito, dove tre anni prima era nata StreetVet, l’iniziativa di un gruppo charity che ha scelto di lavorare a stretto contatto con gli homeless e con i loro cani. Dopo due anni di preparazione, serviti anche per superare una certa diffidenza delle istituzioni, nel 2021, in periodo pandemico, le casacche azzurre di Save the Dogs hanno iniziato a battere il territorio, in coordinamento con i servizi sociali. 

«Non abbiamo mai guardato solo all’animale – dice Turetta – ma cercato sempre di avere uno sguardo più ampio sul contesto in cui questi è inserito. A partire ovviamente dalla persona a cui si accompagna. Siamo riusciti con il tempo a creare sinergia con associazioni umanitarie, abbiamo incontrato uomini e donne che vivevano vite solitarie e fatto emergere le relazioni con i loro animali, che spesso non erano note neppure alle unità mobili che prestano assistenza ai senza dimora». Non sarebbe stato possibile fare tutto questo senza l’intesa con associazioni che da tempo affrontano in prima linea il disagio sociale e la povertà. Enti come l’Opera di San Francesco, i Padri Somaschi, i Fratelli di San Francesco «che non hanno pregiudizi su chi aiuta animali e ci hanno accolto e affiancato». 

L’aiuto ai senza tetto è sempre condizionato al rispetto dell’animale da parte del suo umano di riferimento. E alla legalità. Nell’ultimo periodo sono stati segnalati spesso casi di mendicanti che per impietosire i passanti si accompagnano spesso a dei cani. Li si vede in prossimità dei principali snodi del trasporto pubblico, come la zona della stazione di Porta Garibaldi o quella di Cadorna e i relativi mezzanini della metropolitana. Le situazioni sono troppo simili le une alle altre, per non pensare ad una forzatura bene organizzata, finalizzata a raccogliere denaro giocando la carta della pietà: le coppie uomo-animale compaiono quasi sempre negli orari di punta, quando massimo è il passaggio, e spesso non si vedono nelle ore più tranquille. I cani vengono tenuti sdraiati, immobili, sotto ad alcune coperte, nella stessa posa in cui si presentano anche i loro proprietari. Che in molti casi chiedono elemosina usando direttamente la ciotola delle crocchette dell’animale. «Le condizioni di disagio – spiegano a Save the dogs – non possono mai essere un pretesto per esercitare violenza sugli animali o per sfruttarli». Dall’avvio di «Amici di strada» sono state aiutate 236 persone e curati 354 animali. Lo scorso anno sono entrati nel programma 135 nuovi utenti e le uscite di intervento in strada sono raddoppiate rispetto al 2023. 

Save the dogs, vent'anni dalla parte dei cani (e delle persone). Con l'arrivo del freddo il nuovo progetto per i senza tetto

17 novembre 2025

17 novembre 2025

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