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Sauro Corò, il team manager dei record nel calcio in carrozzina: «Due scudetti e una coppa col Venezia, ora i grandi club come Juve, Milan o Inter creino una loro squadra»

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Quando lo sport si trasforma in una medicina può accadere che le utopie diventino realtà. Un esempio? Riuscire a conquistare due scudetti e una Coppa Italia in meno di 24 mesi con la maglia del Venezia Fc, facendo bella esibizione in tutta Italia del tricolore sul petto. I protagonisti di questa storia sono il team manager veneto Sauro Corò e i suoi ragazzi, freschi trionfatori del secondo campionato di calcio in carrozzina. Un’avventura condensata in pochi anni che ha visto il Venezia Fc, la prima in Italia tra i professionisti della serie A e serie B, a credere nel progetto e a lanciare una sua formazione «powerchair football», in un percorso intrapreso con la Polisportiva Terraglio

Corò, il bivio della sua vita è datato 2002 e lei aveva solo 28 anni.
«Sono rimasto coinvolto in un incidente stradale. Eravamo in 4 a bordo di un’automobile, io sono l’unico che si è fatto male e mi sono trovato catapultato nella disabilità. Nel 2010 ho conosciuto il fisioterapista Andrea Picillo, siamo diventati amici e abbiamo fondato una squadra di hockey in carrozzina elettrica, da lì è iniziata l’avventura».

Lo sbarco nel mondo del calcio?
«Quando ero normodotato giocavo a pallone a bassi livelli (e ride, ndr) quattro anni fa è arrivata in Italia anche la disciplina del calcio in carrozzina elettrica e dopo aver vinto tutto con l’hockey, siamo andati a bussare alla porta del Venezia Calcio. Abbiamo subito trovato terreno fertile e persone sensibili che hanno puntato su di noi».

Come funziona una partita?
«Si pratica in palestra, giocano insieme maschie e femmine 4 contro 4 con un portiere e tre atleti fuori. I tempi sono due da 20 minuti ciascuno. Esistono falli laterali, corner e gol. Non si può andare in 2 contro un avversario e tra compagni devono esserci 3 metri di distanza».

A Venezia avete subito vinto, un vero miracolo sportivo?
«Negli ultimi due anni siamo riusciti a conquistare lo scudetto e anche una Coppa Italia ma la cosa più bella è aver dato la possibilità a ragazzi portatori di gravi disabilità motoria con patologie come distrofie muscolari e degenerative di arrivare al vertice di uno sport. Sono diventati più campioni loro dei coetanei normodotati, girando l’Italia e vestendo la maglia del Venezia. Si tratta di persone che spesso hanno un’aspettativa di vita bassa, se si riesce a dare loro anche 10 o 15 anni al top bisogna provare a farlo».

Sauro Corò, il team manager dei record nel calcio in carrozzina: «Due scudetti e una coppa col Venezia, ora i grandi club come Juve, Milan o Inter creino una loro squadra»

In Europa la situazione com’è?
«Gli inglesi e i francesi sono fortissimi, molti team come il Manchester United hanno una loro squadra in carrozzina».

Come può crescere il movimento in Italia?
«Spero che il Venezia Fc faccia da apripista a team come il Milan, la Juventus o l’Inter. Sarebbe fantastico disputare in carrozzina le stesse partite che gioca la serie A, magari due ore prima. Una mano può darla la comunicazione, tanti ragazzi non conoscono questa possibilità. Nelle scuole va insegnata l’importanza di non abbattersi e di guardare sempre oltre l’ostacolo».

Lei prima dell’incidente andava spesso allo stadio, da tifoso del Venezia che emozione prova a vestire quella maglia?
«È una gioia doppia. Sono passato dagli spalti ad allenare la casacca arancioneroverde. Quando ti capita un incidente come il mio la vita ti cambia in un secondo, è una montagna insormontabile e lo sport è la chiave per tornare a sorridere».

Ma una carrozzina elettrica quanto può costare?
«Anche 17 mila euro, sono strumenti adattati molto tecnologici costruiti su misura per ogni atleta. Per fortuna esistono fondi speciali messi a disposizione dal Governo che ci aiutano».

L’emozione più profonda di questi anni alla guida del Venezia?
«Il primo scudetto che non potrò mai dimenticare, si è chiuso un cerchio. Adesso, chi entra nella sede del Venezia trova nella bacheca i nostri trofei accanto a quelli vinti dai calciatori di serie A. Una cosa fantastica per me e per tutti i miei atleti».


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2 agosto 2025 ( modifica il 2 agosto 2025 | 15:03)

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