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Sanità, Tosi: «Dopo Zaia si cambia: seguire il modello Lombardia con più spazio ai privati»

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Sanità, il modello che la nuova giunta veneta dovrà perseguire è quello lombardo. E cioè, «più liberale» con un maggior coinvolgimento del convenzionato. Che per qualcuno potrebbe essere traslitterato in un «largo ai privati». All’oramai quasi quotidiano botta e risposta, a tema sanitario, tra la giunta Zaia e il segretario regionale ed europarlamentare di Forza Italia Flavio Tosi si aggiunge un nuovo tassello. Al centro, la gestione delle liste d’attesa e in generale della sanità. «Al cittadino interessa essere curato, non gli importa se dal pubblico o dal privato convenzionato, visto che il ticket è identico — dice Tosi —. Il prossimo governo regionale avrà una visione più liberale, il modello è la Lombardia».

Il modello lombardo

Il Veneto non sarà l’Emilia-Romagna dove il presidente Michele De Pascale «chiude ai privati» con una visione che il forzista non ha difficoltà ha definire «quasi da socialismo reale» ma si inanellano errori su errori. Come l’assunzione di medici con titolo non riconosciuto: «Scelta illegittima e foriera di grandi rischi», tuona. Ma il problema è di più ampio respiro. «In Veneto, pur con sfumature chiaramente diverse (rispetto all’Emilia-Romagna, ndr), l’amministrazione uscente ha mostrato qualche refrattarietà verso i privati — continua —. A differenza della Lombardia, più aperta e liberale, modello virtuoso». I dati sono chiari: i nostri vicini di casa ricorrono al convenzionato per il 30% delle prestazioni, qui ci si limita al 16-17%. «Risultato? In Lombardia le liste d’attesa sono nettamente inferiori al Veneto — sottolinea Tosi —. Auspico che il prossimo governo di centrodestra possa segnare un cambio di visione da questo punto di vista». Nel 2024, stando alla relazione della Corte dei conti, oltre un milione di prestazioni «non sono state erogate nei tempi – aggiunge —. Va compreso che il privato convenzionato è un sostegno per il sistema sanitario regionale nel suo complesso e per il cittadino». Tutte scelte, per l’europarlamentale, appunto da cambiare a partire dal prossimo autunno quando sarà eletto il nuovo presidente della Regione che dopo quindici anni consecutivi non potrà più essere Zaia.
 

Sotto attacco di Tosi anche l’ultimo provvedimento di Palazzo Balbi: l’assunzione sperimentale e a tempo determinato di medici, italiani e stranieri, la cui specializzazione conseguita all’estero non è ancora riconosciuta dall’Italia. «Si tratta di una delibera illegittima — dice — perché è il ministero della Salute e non una Regione che ha facoltà di decidere in merito e, al contempo, rischiosa perché di chi sarebbe la responsabilità giuridica laddove dovesse succedere qualcosa imputabile a personale non qualificato?». Quindi l’affondo all’assessora veneta alla Sanità Manuela Lanzarin: «Deve essere proprio in difficoltà se pensa a soluzioni del genere», conclude.


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2 agosto 2025

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