
Il «vizietto» esiste da tempo ma ora, a parere del sindacato, si sta esagerando. Safilo, colosso dell’occhialeria di Padova, accusa un calo dei volumi e propone alle organizzazioni sindacali un accordo per l’applicazione della Cassa integrazione nella sede centrale per 186 operai e 52 fra impiegati e quadri (sui 700 dipendenti totali), ma questa volta la Filctem Cgil dice di no. Un’azienda di quello spessore, è il ragionamento del sindacato, dovrebbe essere ben corazzata e superare agevolmente «quelle che sono normali e prevedibili fluttuazioni dei volumi produttivi», evitando di scaricare sui lavoratori il rischio d’impresa.
La crescita delle vendite
Del resto, non sono trascorsi nemmeno due mesi da quando l’amministratore delegato di Safilo, Angelo Trocchia, aveva parlato del primo semestre 2025 come del periodo in cui il margine operativo lordo, toccando un’incidenza dell’11,6% sulle vendite, aveva raggiunto «il livello più alto degli ultimi dieci anni». Vendite che, rispetto alla prima metà dell’anno scorso, erano pure progredite dell’1,1% a 537,6 milioni di euro, consentendo alla società padovana di mettere a registro un utile netto di 41,7 milioni, quando alla stessa data del 2024, pur condizionati da oneri straordinari per 7 milioni, non si era andati oltre i 17,6. Perciò, sottolinea la Filctem Cgil di Padova, Safilo è tutt’altro che un’azienda in crisi, visto che pure il gioco dei dazi annunciati dagli Usa «finora non ha avuto ripercussioni negative». Ritornando a sfogliare i conti del primo semestre, infatti, emerge che i ricavi realizzati in Nord America valgono 220,9 milioni, l’1,5% in più, pur con l’indebolimento del dollaro rispetto all’euro.
«L’azienda deve organizzarsi in modo differente»
«Sono ormai cinque anni – spiega la segretaria generale della Filctem padovana, Nicoletta Rampazzo – che Safilo, a fronte dei ciclici e fisiologici cali di volumi gestiti nel magazzino di Padova, ricorre alla Cig. Possiamo affermare che tale ricorso ormai è diventato sistematico. L’azienda ha la capacità e il dovere di organizzarsi in modo differente per gestire le dinamiche di mercato. Non accettiamo che si continui a fare cassa sulla pelle delle persone, specialmente in Veneto, la regione d’Italia in cui i salari hanno subito la più importante perdita di potere d’acquisto». Le altre sigle sindacali, pur sollevando anch’esse perplessità sul ricorso all’ammortizzatore sociale, hanno sottoscritto l’intesa sulla Cassa integrazione e, a prescindere da questo, la Cig può essere applicata unilateralmente. «Il nostro potrà anche apparire come un “no” simbolico – chiude Rampazzo – ma come sindacato, sul piano etico, una parola la devo dire, visto che il costo della Cassa viene scaricato anche sui contribuenti».
26 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
26 settembre 2025
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