
Roger Federer entra nella International Tennis Hall of Fame al primo anno in cui poteva essere candidato. La cerimonia di introduzione avrà luogo in agosto. «Ho sempre avuto grande rispetto per la storia di questo sport e per quanto fatto da coloro che mi hanno preceduto — ha detto il campione svizzero — quindi sono profondamente onorato che i miei colleghi abbiano deciso di attribuirmi questo riconoscimento».
Primo uomo nella storia a conquistare 20 tornei del Grande Slam, parte di un’era di grandezza senza precedenti insieme ai rivali Rafael Nadal e Novak Djokovic — in quello che Federer ha definito «un’epoca d’oro per il tennis» — è stato l’unico candidato a ricevere sufficiente supporto nella categoria giocatori per la classe 2026.
Per essere eletti nella Hall of Fame, i candidati devono ricevere almeno il 75% dei voti dal gruppo votante ufficiale, che include membri dei media, storici del tennis, leader del settore, giocatori già entrati nella Hall of Fame e tifosi. I tennisti possono essere considerati soltanto dopo cinque anni di lontananza dal circuito: devono essere stati attivi come competitor negli ultimi 20 anni prima della considerazione, ma non ad alti livelli nei circuiti Atp o Wta nei cinque precedenti l’elezione. Sono, naturalmente, poi richiesti un curriculum distinto di risultati competitivi al massimo livello e forti valori di integrità, sportività e carattere.
Dal punto di vista sportivo non ci sono dubbi: in carriera Federer ha vinto 103 titoli sul circuito Atp e 1.251 partite in singolare, totali superati nel tennis maschile solo da Jimmy Connors nell’era Open; nel suo palmarès vanta otto titoli a Wimbledon, sei agli Australian Open, cinque agli Us Open e uno al Roland Garros, oltre a un oro olimpico in doppio a Pechino 2008 con Stan Wawrinka e un trionfo in Coppa Davis nel 2014.
«Non avevo previsto di vincere così tanti Major — disse una volta Federer in un’intervista all’agenzia Associated Press —. Speravo di averne forse uno, per essere onesto, all’inizio della mia carriera». Il primo arrivò a Wimbledon nel 2003. Nel 2009 superò il record allora detenuto da Pete Sampras di 14 Slam vinti, ancora sui prati londinesi contro Andy Roddick (si impose con uno storico 16-14 al quinto set). Il ventesimo Slam lo conquistò agli Australian Open 2018. «Non gioco davvero per i record, ma perché amo questo sport», disse in quell’occasione.
Il suo bottino è stato poi superato da Nadal, arrivato a 22 prima del ritiro lo scorso anno a 38 anni, e da Djokovic, che ne ha 24 ed è ancora in attività. Con un dritto formidabile e un servizio potente, uno stile d’attacco a tutto campo e un gioco di gambe che faceva sembrare i movimenti senza sforzo, Federer ha terminato cinque anni al numero uno del ranking Atp, passando un record di 237 settimane consecutive e 310 totali in vetta alla classifica. All’apice della carriera ha raggiunto un record di dieci finali Slam consecutive (dal 2005 al 2007), vincendone otto.
Re Roger ha giocato la sua ultima partita ufficiale a Wimbledon nel 2021, un mese prima di compiere 40 anni: sperava in un rientro, ma il ginocchio non glielo ha mai concesso. L’annuncio del ritiro è arrivato poi l’anno seguente; ha salutato giocando in doppio al fianco di Nadal alla Laver Cup, evento fondato dalla sua società di management.
Tra i primi a congratularsi con il campione svizzero c’è stato Carlos Alcaraz, attuale numero uno (con «solo» sei Slam all’attivo): «L’eleganza che ha mostrato in campo e fuori… Come ha trattato le persone, tutti; un ragazzo davvero umile. Tutto ciò che fa, lo fa con eleganza. Ha portato il gioco a un altro livello, è ciò che ammiro di più».
Insieme a Federer è stata eletta anche l’ex giocatrice e commentatrice televisiva Mary Carillo nella categoria contributori. Il prossimo anno saranno eleggibili per la prima volta Serena Williams e Ash Barty, che hanno giocato le loro ultime partite nel 2022.
20 novembre 2025
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