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Robot calciatori. Automazione made in China: perché?

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Federico Rampini / CorriereTv

L’ossessione cinese per i robot sportivi non accenna a placarsi. Io vi ho già raccontato in passato degli esperimenti che la robotica cinese ha fatto nell’ambito della maratona prima maratona qualche mese fa, a cui hanno gareggiato anche degli androidi, degli umanoidi, macchine con dei risultati mediocri. Poi c’è stato il caso dei robot in un match di pugilato di boxe.

Adesso l’ultima scena che potete trovare in video che circolano online  riguarda i robot che giocano a calcio. E ogni volta queste questi spettacolini si prestano al nostro sorriso compassionevole, quando i robot si cimentano con queste attività sportive umane. Sono francamente patetici. Sono comici, sono degli atleti scadenti. Ci fanno ridere. Ride bene chi ride ultimo. Attenzione, l’ossessione cinese per i robot che praticano attività sportive in realtà è molto meno ridicola di quanto può sembrare, mettendoli alla prova su delle attività umane che richiedono una varietà di capacità fisiche, tattili, di equilibrio, di improvvisazione, di reazione a eventi imprevisti. I responsabili dell’industria robotica cinese sanno benissimo quello che fanno, stanno facendo, cioè proprio quel percorso di apprendimento della macchina che può preludere a dei progressi spettacolari.

È stato così sempre in passato. Ricordiamoci le prime partite a scacchi tra un campione umano di scacchi e un computer finivano regolarmente col trionfo dell’uomo sulla macchina. Adesso vincono solo i computer a quel livello lì di altissima, altissima qualità di conoscenza del gioco degli scacchi. Quindi attenzione E soprattutto bisogna capire che la Cina sulla robotica si gioca una sfida particolare.
I cinesi studiano molto il modello del Giappone, paese che noi abbiamo un po’ cancellato dalla nostra attenzione, ma che per Pechino rimane il primo maestro nella strada verso la modernizzazione asiatica.

02 luglio 2025

© RIPRODUZIONE RISERVATA

02 luglio 2025

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