
La premier Meloni dice alle aziende italiane fatevi avanti, non abbiate paura. In Ucraina ci sono delle opportunità da cogliere ed è il momento di farlo.
«È assolutamente vero. Proprio due giorni fa — spiega Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo —, abbiamo predisposto con Enav un’importante donazione di 5 radar perché stiamo aiutando a ripristinare il controllo dei voli civili, una necessità fondamentale per dare in questo momento un po’ di respiro agli ucraini. Poi continuerà il piano di aiuti che va concordato con tutte le forze europee. Insomma, è arrivato il momento di insistere e di aiutarli».
Una priorità per il presidente Zelensky è ottenere forniture di difesa aerea e investimenti in droni intercettori. Vi state muovendo in questa direzione?
«Noi no, ma abbiamo siglato l’accordo con Baykar (azienda turca che produce velivoli senza pilota, ndr) e stiamo partendo con la produzione di droni in Italia, con un piano di obiettivi che abbiamo disegnato insieme e condiviso. So che Baykar sta già collaborando con l’Ucraina e che anche i polacchi si sono resi disponibili. Noi in collaborazione con altri player possiamo dare un contributo tecnologico. Vedremo quali saranno le reali richieste».
Nel medio termine che ruolo potreste avere?
«L’auspicio è che nel medio lungo termine non ci sia più bisogno e che quella maledetta guerra finisca. Adesso però va aumentata la capacità di fornire le strumentazioni che rendano questi droni efficaci, su questo possiamo dare una grandissima mano. Detto ciò, non prevediamo di aprire una fabbrica in Ucraina».
Voi avete siglato un accordo per produrre carri armati con i tedeschi di Rheinmetall, che nel frattempo si è insediata anche in Ucraina. È ipotizzabile una triangolazione di qualche tipo?
«Abbiamo delle collaborazioni importantissime con Rheinmetall per cui se dovessero servire tecnologie o altre componenti è chiaro che, nell’ambito di accordi europei per aiutare l’Ucraina, potremmo metterle a disposizione. Attenzione, ribadisco: un conto è produrre in Ucraina, altro è contribuire attraverso diverse forme di collaborazione alla loro difesa. Ci sono tre ambiti di intervento, nel primo caso realizzando un impianto di produzione, oppure investire in un impianto che, invece, è ucraino. Infine è possibile intervenire siglando accordi o alleanze con altri player europei per mandare il necessario. Questo è l’invito della nostra presidente del Consiglio ed è un invito a largo spettro, poi ciascuno farà in base alle proprie caratteristiche e possibilità».
Per quanto riguarda Leonardo il vostro intervento passerebbe dunque per alleanze e accordi?
«Come detto, intanto, abbiamo fatto una donazione di radar per il ripristino più rapido possibile del traffico aereo. In secondo luogo ricordo che Leonardo non produce grandi quantità né di munizioni né di droni. Abbiano però altre produzioni che possono essere molto utili, che vanno concordate con tutti i partner europei nell’ambito delle misure per l’Ucraina».
In questo scenario quali sono le priorità?
«Bisogna comprendere che la sicurezza non sarà solo legata alle armi, ma anche a cybersecurity, osservazione della terra, controllo delle infrastrutture, intelligenza artificiale. Si è già visto in Ucraina, comprendendo quanto sia importante il digitale, tanto che tra poco si comincerà a considerare parte integrante del pacchetto difesa i sistemi di Intelligenza artificiale. C’è poi un ulteriore tema: la frammentazione europea ci rende un continente vulnerabile. Nell’industria della difesa questa frammentazione genera molte duplicazioni che potremmo evitare, sviluppando così tecnologie migliori».
Governanti e politici sembrano ormai consapevoli del rischio che corre un’Europa frammentata.
«È un percorso che riguarda gli Stati, investendo anche le industrie e i cittadini e come sempre è molto complicato colmare lo scarto tra l’intenzione e l’attuazione. Dobbiamo capire come raggiungere questo obiettivo e credo che il ruolo sociale delle industrie sia fondamentale perché possono tracciare una rotta e fare da sherpa, assumendosi i compiti più gravosi e ingrati di questo percorso».
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11 luglio 2025 ( modifica il 11 luglio 2025 | 22:33)
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