
Arriva la riforma dell’Icef. Venerdì primo agosto, la giunta provinciale ha approvato le nuove disposizioni per la disciplina dell’indicatore della condizione economica delle famiglie, quello strumento utile per la richiesta delle misure del welfare provinciale. Adesso il testo della riforma approderà nelle commissioni competenti del consiglio provinciale, prima di ritornare alla giunta per il via libera definitivo. La Provincia esprime soddisfazione per uno strumento che dovrebbe «riportare l’Icef ad essere un semplice strumento di misurazione, lasciando poi alle politiche il compito di decidere come meglio utilizzarlo». L’assessore provinciale allo Sviluppo economico e alla Famiglia, Achille Spinelli, ha commentato: «La revisione dell’Icef nasce da un’esigenza concreta: aggiornare gli strumenti alla luce dei cambiamenti che ci sono stati, ma soprattutto garantire una maggiore equità tra famiglie e semplificare i procedimenti di accesso ai benefici». E ha aggiunto: «Il nostro scopo è assicurare la massima condivisione, su un tema di grande rilevanza per le famiglie trentine, nella direzione di un nuovo modello di welfare territoriale che fornirà risposte più concrete, eque e strutturate agli utenti rispetto al passato».
Le modifiche dell’indicatore
Ma i sindacati non sono convinti dalla modifica e sperano che durante il consiglio provinciale possa venire modificata. Secondo i segretari di Cgil, Cisl e Uil (Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher), la riforma, per come è attuata, non valorizza l’occupazione femminile e rischia di danneggiare famiglie numerose e disabili. «Inoltre — hanno affermato i sindacati — non risponde in modo efficace ai bisogni delle famiglie perché ancora una volta non si prevede alcuna indicizzazione all’inflazione».
Ma vediamo nello specifico cosa prevede la riforma che, secondo il cronoprogramma della Provincia, dovrebbe entrare in vigore gradualmente a partire dal prossimo autunno. Le novità principali riguardano la rimozione delle deduzioni forfettarie, la modifica delle soglie per le deduzioni e la modifica dei parametri del patrimonio, con l’obiettivo di garantire maggiore equità, evitare disparità di applicazione e frammentazione. Per questo gli indicatori da circa 36 passano a 4, suddivisi per area tematica, ovvero: indicatore Famiglia per gli interventi a favore delle famiglie con figli, indicatore Povertà per gli interventi a sostegno del reddito, indicatore Casa per gli interventi nell’ambito dell’edilizia abitativa pubblica e privata indicatore Disabilità e non autosufficienza per gli interventi a sostegno della disabilità. In sostanza, basterà rivolgersi ad un Caf e al momento della dichiarazione Icef verranno calcolati i quattro indicatori. La famiglia potrà accedere ai servizi e alle agevolazioni previste, senza doversi ripresentare più volte.
I dubbi dei sindacati
«Il testo produce moltissime incertezze per le famiglie trentine che non sanno se e su quali forme di sostegno potranno ancora contare», hanno detto i sindacati. I quali però hanno condiviso alcune scelte attuate dalla Provincia: in particolare l’aumento del peso del patrimonio ai fini dell’indicatore, il mantenimento della scala di equivalenza e l’obbligo di dichiarare le proprietà immobiliari all’estero. «L’obiettivo condiviso dovrebbe essere quello di rendere più moderno ed efficace il welfare provinciale e su questo siamo pronti a continuare a dare il nostro contributo», concludono i tre segretari.
Ma la riforma dell’Icef solleva anche un piccolo caso politico: il consigliere Walter Kaswalder ha depositato un disegno di legge, non concordato con la giunta, per introdurre delle modifiche sull’Icef. Per il Partito democratico, dopo la divisione sul terzo mandato e sul terzo figlio, questo è un ulteriore segnale di spaccatura nella maggioranza. «Un centrodestra pervaso da tratti d’anarchia», ha detto il capogruppo dem Alessio Manica.
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2 agosto 2025 ( modifica il 2 agosto 2025 | 13:56)
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