
La sorpresa ha il volto di Riccardo Szumski, ex sindaco di Santa Lucia di Piave, radiato dall’ordine dei medici per posizioni no vax («Ma ho fatto ricorso e la radiazione è sospesa. Io sono un free vax») e ora candidato alla presidenza della Regione con «Resistere Veneto», formazione squisitamente «dal basso» che si può appuntare al bavero il successo, tutt’altro che scontato, di aver raccolto trentamila firme per presentare le liste.
«Voti raccolti in parrocchie, sale comunali e ristoranti»
Un outsider vero. Non una candidatura improvvisata, quella di Szumski. Lui, nato a Bernal, Argentina, il 29 Aprile 1952, origini polacche e anima «sinistra Piave», è diventato il paladino dei delusi di entrambi gli schieramenti principali, centrodestra e centrosinistra. Una figura anti-sistema declinata sul territorio. come attestano gli ultimi sondaggi, quello di Ipsos per il Corriere della Sera lo dà al 5,7%, ben oltre la soglia di sbarramento del 3% tanto da fargli sperare di portare a casa non uno bensì due seggi da consigliere regionale.
E così lo cercano le tv nazionali ma è faticoso incastrare gli interventi in tv con le decine di appuntamenti in tutto il Veneto. La sua è una campagna nata nel 2021, in piena pandemia, e cresciuta con serate sul territorio, racconta Szumski: «Sale parrocchiali, comunali, qualche ristorante. All’inizio c’erano cento persone che mi ascoltavano per due ore e poi facevano domanda. Poi la metà prendeva la tessera di Resistere e versava dieci euro. Ecco, i nostri fondi sono stati e sono questi, le forze in campo quelle dei volontari che mi commuovono».
«Fine campagna con pellegrinaggio a Venezia»
Nessun comizio conclusivo a differenza dei big. «Mentre gli altri partiti preparano comizi e conferenze per l’ultimo giorno utile di campagna elettorale noi scegliamo la via opposta: nessun palco, nessuno slogan, nessuna bandiera». Meglio darsi appuntamento per venerdì 21 novembre, Madonna della Salute, a Venezia per rimarcare la pietra angolare su cui l’ex sindaco ha fondato il suo programma: la Sanità. E allora la chiusura della campagna sarà una semplice «passeggiata-pellegrinaggio tra le calli di Venezia». «Abbiamo deciso di non fare campagna elettorale – spiega Szumski – ma di condividere un momento di fede, cultura e comunità. Saremo a Venezia insieme a chiunque vorrà unirsi a noi, mescolandoci tra turisti e veneziani, perché in questo giorno saremo semplicemente popolo con il popolo».
Racconta di ricevere centinaia di messaggi da sconosciuti su Messenger «mi ringraziano per averli convinti a tornare a votare – ragiona il candidato alla presidenza – e questo è un risultato enorme. Lo dico a ogni incontro: partecipate, la delega non funziona, partecipate altrimenti poi non ha senso lamentarsi». Per convincere i delusi dalla politica, però, serve una proposta cristallina «quindi non mi è neppure passato per la testa di chiedere gemmazioni anziché raccogliere le firme, trentamila firme vorranno pur dir qualcosa» dice Szumski.
«Riorganizzare la sanità: fonndi e liste d’attesa»
Il programma è articolato e muove proprio dalla Sanità: «È ormai evidente deriva di una gestione impostata al risparmio con meno operatori e turni sempre più insostenibili. – spiega Szumski – medici e infermieri fuggono nel privato soprattutto per difendere la loro qualità di vita. Nella sanità pubblica mancano gli approvvigionamenti, le liste d’attesa sono un problema enorme. E poi, diciamolo chiaramente. Io non ho nulla contro il privato ma ormai è chiaro che se hai i soldi puoi curarti in tempo utile, se non li hai rinunci alle cure». Bocciati anche gli ospedali hub che impoveriscono il territorio «serve una revisione di Azienda Zero. E i direttori generali non devono più essere yes man obbedienti a chi li nomina. Saranno presi, invece, per qualità e competenze. E poi, chiaramente, serve un fondo sanitario di integrazione agli stipendi. Basta con la pantomima di chiedere 23 materie per l’Autonomia, chiediamo quella sulla Sanità e tratteniamo sul territorio le risorse. Io vado dritto, da sindaco sono andato dai carabinieri e ho denunciato l’allora presidente del consiglio Matteo Renzi. Per il patto di stabilità non potevo ristrutturare una scuola a forte rischio sismico nonostante avessi soldi e progetto. Un mese dopo ci è stata concessa una deroga di un anno». E poi, tutela dell’agricoltura «basta speculazioni sul fotovoltaico a terra» e lotta all’overtourism «prolungando le stagioni e diversificando la promozione delle mete». A chi gli chiede se si stupirebbe di fare più del 5,7%, Szumski replica secco: «No».
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20 novembre 2025
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